“Per il peccatore c’è sempre speranza di redenzione; per il corrotto, invece, è molto più difficile”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, al quale – secondo la Gendarmeria vaticana – hanno partecipato circa 20mila persone. “I falsi sì, le parvenze eleganti ma ipocrite e le finzioni diventate abitudini sono come uno spesso muro di gomma, dietro al quale ci si ripara dai richiami della coscienza”, il commento al brano evangelico dei due vignaioli: “E questi ipocriti fanno tanto male! Fratelli e sorelle, peccatori sì – lo siamo tutti –, corrotti no! Peccatori sì, corrotti no!”, l’appello. “Di fronte alla fatica di vivere una vita onesta e generosa, di impegnarmi secondo la volontà del Padre, sono disposto a dire sì ogni giorno, anche se costa?”, ha chiesto il Papa ai fedeli: “E quando non ce la faccio, sono sincero nel confrontarmi con Dio sulle mie difficoltà, le mie cadute, le mie fragilità? E quando dico no, poi torno indietro? Parliamo con il Signore di questo. Quando sbaglio, sono disposto a pentirmi e a tornare sui miei passi? Oppure faccio finta di niente e vivo indossando una maschera, preoccupandomi solo di apparire bravo e per bene? In definitiva, sono un peccatore, come tutti, oppure c’è in me qualcosa di corrotto? Non dimenticatevi: peccatori sì, corrotti no”.