L’Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni, l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, commemorano la Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, istituita per legge nel 2016 per onorare i 368 rifugiati e migranti morti nel tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013 e tutti coloro che hanno perso la vita nel tentativo di trovare sicurezza e protezione in Europa. Pochi giorni dopo quel drammatico incidente, l’11 ottobre, un altro tragico episodio provocò quasi 300 vittime, tra cui molti bambini.
Nel corso degli ultimi dieci anni, il Mediterraneo centrale è stato teatro di continui naufragi e incidenti che hanno causato in totale almeno 22.300 morti. Solo nel 2023, sono già oltre 2.000 i morti e dispersi lungo la rotta.
Quest’anno ricorre il decimo anniversario del tragico naufragio del 3 ottobre. In queste giornate, le tre organizzazioni sono presenti a Lampedusa per partecipare alle cerimonie di commemorazione organizzate dal “Comitato 3 ottobre”.
“A distanza di dieci anni, i migranti e rifugiati che attraversano il Mediterraneo non hanno ancora altra scelta se non quella di affidarsi a trafficanti senza scrupoli che li mettono in mare su barche sovraffollate e inadatte alla navigazione, talvolta in condizioni metereologiche proibitive. Tentano la traversata persone in fuga da povertà, cambiamenti climatici o per scappare da guerre, persecuzioni e contesti pericolosi, siano essi nei loro paesi di origine, in quelli di transito o di prima destinazione, quali Libia e Tunisia. Si tratta di persone che cercano sicurezza, protezione e migliori opportunità per sé e per le loro famiglie”, ricordano le tre organizzazioni.
“Il salvataggio di vite umane deve essere una priorità assoluta” e l’Oim, l’Unhcr e l’Unicef sollecitano “maggiori risorse europee a supporto di un’operazione di ricerca e salvataggio dedicata, proattiva e coordinata. In questo contesto appare essenziale il sostegno fornito dalle organizzazioni non governative al fine di prevenire naufragi e perdite di vite umane”.
Al contempo “è fondamentale affrontare le cause profonde che spingono le persone a rischiare la loro vita e quella dei loro figli – adottando un approccio che preveda interventi simultanei per sostenere i Paesi che si trovano lungo le rotte principali per garantire l’accesso alla protezione in tutte le fasi del viaggio – ma anche promuovere l’apertura di canali sicuri e regolari per fornire una risposta efficace e a lungo termine a una crisi umanitaria che in dieci anni non è mai stata risolta”.
La migrazione rappresenta “uno degli eventi geopolitici più rilevanti del nostro secolo e richiede di essere affrontato con politiche lungimiranti che guardino al lungo termine, al fine di consentire a tutti gli Stati di trarre benefici da un fenomeno che rappresenta una risorsa per l’Europa così come per i paesi di origine dei migranti. La cooperazione e la solidarietà tra Stati rimane fondamentale per affrontare questa complessa sfida umanitaria e politica”.
L’Oim, l’Unhcr e l’Unicef continuano “a collaborare con determinazione e impegno, insieme alla comunità internazionale, per cercare soluzioni sostenibili alla crisi umanitaria nel Mediterraneo”: “Il nostro comune obiettivo è quello di salvare vite umane e garantire i diritti fondamentali delle persone”.