Il 30 settembre nel maggiore santuario nazionale croato dedicato a Maria di Bistrica è stata celebrata una messa in occasione del 25° anniversario dalla beatificazione del card. Alojzije Stepinac presieduta dall’arcivescovo di Zagabria, mons. Drazan Kutlesa, insieme al nunzio apostolico mons. Giorgio Lingua e molti vescovi e arcivescovi da Croazia, Bosnia-Erzegovina e Slovenia come anche centinaia di fedeli. All’inizio della liturgia, mons. Lingua ha posto sulle spalle dell’arcivescovo Kutleša il pallio, benedetto da Papa Francesco definendolo “simbolo di una speciale comunione con il capo della Chiesa cattolica. “Papa Francesco ha voluto che il pallio fosse posto sulle spalle degli arcivescovi nelle loro arcidiocesi per incoraggiare i vescovi suffraganei e il popolo di Dio a partecipare alla cerimonia liturgica dimostrando che tutta la comunità deve rinnovare la propria unità di pensiero e di vita con il vescovo di Roma”, ha detto il nunzio. Nella sua omelia, mons. Kutlesa ha sottolineato che “oltre ottant’anni fa, il beato Alojizje ha rivelato la più grande debolezza dell’Europa contemporanea: la perdita della sua identità cristiana, delle sue radici spirituali, del suo patrimonio, dei suoi costumi, della verità storica e dei simboli cristiani nello spazio pubblico”. “L’Europa cerca di vivere un umanesimo senza Dio, dimenticando che le virtù sociali, la giustizia sociale e la solidarietà, la cura del prossimo, la cura del creato e dell’ecologia sono valori profondamente cristiani”, ha affermato l’arcivescovo di Zagabria. Nel concludere ha espresso la propria gratitudine al Papa per la fiducia dimostrata chiedendosi: “Quale sarebbe la nostra storia se la Chiesa cattolica e la Croazia non avessero avuto questo grande e santo uomo?”. Quindi, mons. Kutlesa ha pregato davanti alle reliquie del beato Stepinac per la sua canonizzazione.