È stata una domenica pomeriggio “nuova” per i membri dell’Assemblea sinodale della Chiesa di Padova quella di ieri. Differentemente dagli incontri precedenti, infatti, in cui dopo un momento assembleare i sinodali si ritrovavano a lavorare in gruppo, ieri il pomeriggio è stato interamente dedicato alla votazione, in assemblea, degli emendamenti presentati al testo sull’istituzione dei ministeri battesimali e delle prossime proposte da valutare e articolare nelle ultime due sessioni di lavoro (per un totale di quattro incontri). Il voto, avvenuto tramite la piattaforma Mentimeter (e per alcuni in forma cartacea), è stato segreto per tutti i diversi emendamenti e prevedeva tre opzioni: placet, placet iuxta modum, non placet. Al termine della votazione sono stati approvati 24 emendamenti, mentre 9 sono stati rigettati. Il voto valido prevedeva la maggioranza dei 2/3 dei membri presenti alle singole votazioni.
Nei prossimi giorni la presidenza del Sinodo diocesano di Padova raccoglierà gli ulteriori emendamenti espressi dal voto placet iuxta modum, per giungere infine alla definizione del testo sui ministeri battesimali da proporre al vescovo al termine del Sinodo. Per quanto riguarda invece la votazione delle proposte da analizzare nei prossimi incontri dell’Assemblea sinodale, la scelta – sempre della maggioranza qualificata dei 2/3 dei presenti – è andata sulle proposte numero 9 e 18 dell’Instrumentum laboris 2 che recitano, rispettivamente: rinnovare le parrocchie a partire da piccoli gruppi della Parola, sullo stile delle comunità di base; capire come attuare la collaborazione tra parrocchie vicine. Quale rapporto e interazione tra la singola parrocchia, le unità pastorali, il vicariato e gli eventuali gruppi di parrocchie. Ad accompagnare lo svolgimento dei lavori ci sono state le parrocchie di Anguillara (per l’animazione liturgica); Rio e Roncaglia (con i volontari del Noi per i punti ristoro); Tencarola (con i volontari per il servizio d’ordine). Alla preghiera e al saluto del vescovo Claudio Cipolla, si è aggiunto quello del missionario fidei donum in Etiopia, don Stefano Ferraretto, che ha affidato all’assemblea i tre cardini del lavoro sinodale da poco concluso nella prefettura di Robe dove sta svolgendo il suo ministero: costruire unità nelle comunità e nel territori; maturare e stare sulla Parola di Dio; andare e annunciare la Parola di Dio.