“Il Sudafrica è una destinazione per molti migranti, che vedono il nostro paese come un luogo per migliori opportunità”. Lo ha spiegato mons. Anton Dabula Mpako, vicepresidente della Conferenza episcopale del Sudafrica, intervenendo al briefing sul Sinodo sulla sinodalità, in corso in Aula Paolo VI fino al 29 ottobre. “Il Sudafrica è il paese con il numero più alto di immigrati nel continente africano”, ha detto il presule: “Si parla di 2,9 milioni di migranti, ma questa è una cifra molto più bassa della realtà dei migranti stabiliti in Sudafrica. La causa principale è la povertà: la maggior parte dei migranti che arrivano in Sudafrica sono migranti economici. Ci sono anche alcuni rifugiati che fuggono per le persecuzioni, ma la maggior parte sono rifugiati economici”. “Pretoria è sicuramente la città più gettonata”, ha reso noto Mpako: “Abbiamo un ministero per la cura pastorale dei migranti e dei rifugiati, ai quali assicuriamo prima di tutto i bisogni di base: l’alimentazione, il vestiario, l’assistenza sanitaria, un tetto, i documenti per fare richiesta dello status di rifugiato, l’istruzione e l’educazione, per cercare un lavoro o imparare un mestieri. Alcuni di loro vanno in un altro paese ancora, per via della xenofobia. Non è stato facile, siamo sommersi dai migranti. Ci sono alcuni migranti cattolici che vogliono continuare a praticare, e che molto spesso sono stati abbandonati nella loro diaspora e hanno dovuto cercare di proteggersi da solo. Per loro, ci preoccupiamo di come garantire una specifica cura pastorale perché si integrino, oppure offrendo gli spazi per i servizi nelle loro lingue grazie all’aiuto dei sacerdoti missionari”.