“La Chiesa è più grande dei confini nazionali”. A testimoniarlo è stato mons. Daniel Ernest Flores, vescovo di Brownsville, la più grande diocesi degli Stati Uniti, intervenendo al briefing di oggi sul Sinodo sulla sinodalità, in corso in Aula Paolo VI fino al 20 ottobre. “Negli ultimi anni – ha raccontato ai giornalisti – ci sono tanti migranti che cercano di raggiungere gli Usa e spesso lo fanno attraverso la mia diocesi, che è situata proprio nella parte meridionale del Texas, vicino al Messico. E’ un’esperienza molto difficile, ma posso testimoniare che la partecipazione e la generosità delle persone che vivono nella mia diocesi è grande: tante persone si sono fatte avanti. La nostra gente non ha grandi risorse materiali ma ha un cuore molto generoso. Sanno cos’è la povertà e quindi rispondono in modo molto religioso. Anche la comunità musulmana e quella ebraica aiutano a cercare soluzioni per le famiglie che attraversano il confine, trattandoli con rispetto e preservando loro dignità umana e tentando di rispondere ai loro bisogni concreti. Dobbiamo essere flessibili, perché le circostanze cambiano e spesso accade che sfuggano al nostro controllo. Il nostro principio è adattarci alle situazioni in modo da rispettare e trattare con grande rispetto la dignità umana delle famiglie che vengono negli Usa, alcune delle quali hanno alle spalle esperienze terribili. La maggior parte arrivano dall’America del Sud e dall’America Centrale, pochi dal Messico. Molto importante è la collaborazione con le altre diocesi”.