“Siamo accorsi numerosi in questa nostra cattedrale, primo santuario mariano della diocesi, dedicato a Maria assunta, proprio come figli che nel momento del dolore, della paura e del pericolo di una guerra totale si raccolgono fiduciosi attorno alla Madre”. Lo ha detto il card. Oscar Cantoni, vescovo di Como, nella sua riflessione in occasione del Rosario per la pace, in programma ieri sera alle 20.45, in cattedrale, a Como.
“Tutti siamo figli amati, per questo confidiamo nella sollecitudine di Maria, nella sua tenerezza materna. Ella intercede per noi e per tutti i membri dell’unica famiglia umana che Dio ama”, ha proseguito il porporato, ricordando che “le notizie che ci giungono dalla Terra Santa sono sempre più terrificanti”.
“Come cristiani siamo certi che la preghiera sia l’arma più potente ed efficace che noi possediamo per rivolgerci tutti insieme al Principe della Pace e intercedere per questa nostra povera umanità, che vede proprio nella terra di Gesù le tracce malefiche di satana, finalizzate a promuovere la dissoluzione dell’umanità, mediante guerra, violenza, rabbia, divisione, inimicizia, distruzione e morte”.
Esternando un “cuore, pieno di sgomento per gli orrori dell’odio, della violenza e della guerra che i mass media hanno presentato al mondo”, il card. Cantoni ha affermato: “Qui vogliamo affidarci a Dio, mediante l’intercessione di Maria, perché i nostri fratelli israeliani e palestinesi possano trovare soluzioni alternative attraverso la strada del dialogo e la rinuncia alla violenza”.
Non solo: “Non dimentichiamo, nello stesso tempo, nella nostra preghiera, la triste situazione degli altri luoghi di guerra ancora presenti nel mondo, a partire, nel cuore dell’Europa, della martoriata Ucraina, che in questi giorni sembra essere oscurata sui mezzi di informazione”. Infatti, “ogni guerra, ogni violenza, ogni dramma è una sconfitta della nostra umanità, una rinuncia alle grandi possibilità di bene che Dio continuamente ci offre. Quando la dignità umana perde valore ci rendiamo conto del regresso di tutta l’umanità, nonostante il progresso scientifico, tecnico ed economico a cui l’umanità è giunta”. Il porporato ha avvertito: “Senza Dio, l’uomo rinuncia a sé stesso, perde la consapevolezza della altissima vocazione che Dio gli ha affidato, viene oscurata la dignità che il Signore attribuisce ai suoi figli. Senza Dio l’uomo non sa riconoscere di avere negli altri dei fratelli e delle sorelle, tutti figli dello stesso padre”. Dunque, “ritornare a Dio è la strada unica e sicura, rinunciando così a lasciarsi guidare dalle sole nostre strategie umane”. Con Gesù “tutto è fecondo. Egli sa far rifiorire il deserto, quello abitato dalle opere malvage che tutti, pubblicamente o segretamente, sappiamo costruire”.
Infine, l’appello: “Siamo chiamati a divenire costruttori di ponti, architetti di pace. Cominciamo a sconfiggere dentro di noi la certezza di avere tutte le ragioni. Eliminiamo dal nostro cuore le segrete inimicizie che ci costruiamo, estirpiamo le durezze di cuore che ci allontanano dagli altri, rinunciamo ai giudizi malevoli nei confronti di quanti vivono vicino a noi che tanto ci urtano”.