Nella maniera “più ferma”, la diocesi episcopale di Gerusalemme condanna l’attacco ieri sera all’Al Ahli Arab Hospital, struttura di proprietà della Chiesa anglicana. Nel comunicato la diocesi anglicana parla di perdita di “innumerevoli vite umane”. È “la manifestazione di ciò che può essere descritto come un crimine contro l’umanità”, scrive la Chiesa anglicana che aggiunge: “Secondo i principi del diritto umanitario internazionale, gli ospedali sono santuari, eppure questo attacco ha trasgredito questi sacri confini”. “Facciamo nostro l’appello dell’arcivescovo Justin Welby che ha implorato la protezione delle strutture sanitarie e la revoca degli ordini di evacuazione. Purtroppo, Gaza è stata colpita al cuore e rimane priva di rifugi sicuri”. L’ospedale Ahli è uno dei 22 ospedali nella regione settentrionale di Gaza che lottano per rimanere aperti per curare i pazienti dopo che Israele ha rafforzato il blocco del territorio, ha ordinato un’evacuazione all’estremità meridionale della Striscia di Gaza e dispiegato soldati al confine settentrionale di Gaza.
Gli anglicani ricordano che l’attacco sull’ospedale è avvenuto mentre i cristiani della Terra Santa – in comunione con tutti i cristiani nel mondo – erano uniti a celebrare un giorno di preghiera e digiuno per la pace, la riconciliazione e la fine del conflitto. Purtroppo, si evidenzia nella nota, vengono presi di mira e non risparmiati chiese e ospedali e in questo modo la guerra “colpisce al cuore della dignità umana”. “Riteniamo in maniera inequivocabile che ciò merita una condanna internazionale. Chiediamo pertanto alla comunità internazionale di assumersi il dovere di proteggere i civili e assicurare che simili atti orribili e disumani non si ripetano più”. “Mentre piangiamo la perdita di innumerevoli anime che hanno perso la vita nei nostri locali, decretiamo un giorno di lutto in tutte le chiese e le istituzioni. Imploriamo i nostri amici, i nostri partner e tutti gli uomini di buona volontà di essere solidali con noi, in lutto per l’efferato attacco sul nostro staff e sui pazienti vulnerabili”. Nel comunicato si fa riferimento al brano evangelico: “Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; 9 perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi”.
Fondato nel 1882, l’ospedale arabo Al Ahli si trova nella città di Gaza. Nella sua pagina web, la diocesi episcopale di Gerusalemme parla di “un’oasi di pace nel mezzo di uno dei luoghi più tormentati del mondo”. Nonostante le limitazioni di circolazione di materiali e persone in entrata e in uscita, l’ospedale Al Ahli Arab disponeva di 80 posti letto, ed una capacità di offerta delle migliori cure mediche disponibili nella regione. Il suo fiore all’occhiello era un programma completamente gratuito per la diagnosi precoce del cancro al seno per donne sopra i 40 anni. L’Al Ahli Arab Hospital rappresenta – si legge sul sito web – “un faro di pace e speranza per tutte le persone che serve”.