“Nei luoghi in cui regna il clericalismo, c’è una Chiesa che non si muove, una Chiesa senza missione”. A denunciarlo è stato il card. Jean-Claude Hollerich, relatore generale al Sinodo sulla sinodalità, nella sua relazione alla dodicesima Congregazione generale, in corso in Aula Paolo VI. “Il clericalismo può colpire il clero e anche i laici quando pretendono di mantenere una responsabilità per sempre”, il monito del porporato: “I clericalisti vogliono solo mantenere lo status quo, perché solo lo status quo cementa il loro potere. Missione… impossibile!”. Esaminando le cinque schede di lavoro alle quali si dedicheranno i Circoli minori nella fase finale di questa prima assemblea sinodale, Hollerich ha fatto notare che la prima riguarda il rinnovamento del servizio dell’autorità. “Non intende certo mettere in dubbio l’autorità dei ministri ordinati e dei pastori”, ha spiegato: “Come successori degli apostoli noi pastori abbiamo una missione speciale nella Chiesa. Però siamo pastori di uomini e donne che hanno ricevuto il battesimo, che vogliono partecipare ed essere corresponsabili nella missione della Chiesa”. Quanto alla scheda sul discernimento in comune, per Hollerich occorre chiedersi “come possiamo imparare a costruire un consenso che non polarizzi, e al tempo stesso rispetti il ruolo peculiare dell’autorità, senza che questa si isoli dalla comunità”. Riguardo alle strutture ecclesiali, bisogna interrogarsi su quali siano “più in linea con una Chiesa sinodale”: “Pensiamo in maniera concreta, partiamo dalle istituzioni che già esistono, come i consigli pastorali, e verifichiamo il loro grado di effettiva sinodalità”, all’insegna di “un sano decentramento”. L’ultima scheda, ha detto infine Hollerich, “ci tocca molto da vicino, perché ci invita a riflettere sulle potenzialità dell’istituzione stessa del Sinodo come luogo in cui sperimentare in modo speciale la relazione dinamica che lega sinodalità, collegialità episcopale e primato petrino. E chiede ai gruppi che l’affronteranno di esprimere anche una valutazione sull’esperimento di estendere la partecipazione a un gruppo di non vescovi, scelti come testimoni della fase dell’ascolto e della consultazione”.
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