La povertà educativa e culturale mette in discussione il benessere delle nuove generazioni impattando notevolmente anche sulla capacità dei minori di immaginare il proprio futuro. Lo confermano i dati dell’indagine sulla povertà educativa in Italia, realizzata da Fondazione L’Albero della Vita (Fadv) con la supervisione scientifica dell’Università degli studi di Palermo che integra i dati dell’ultimo report presentato a maggio dalla Fondazione.
Lo studio, presentato oggi a Roma presso la Camera dei deputati, dimostra come “la povertà educativa in Italia sia in enorme crescita e rappresenti la prima causa sulla quale si costruisce ogni altra forma di disparità sociale. La condizione di vulnerabilità, unitamente alle privazioni nel campo dell’alimentazione, delle cure mediche, della corretta genitorialità, della scolarizzazione, della socialità, pesano in modo significativo su quello che è lo sviluppo funzionale e armonico dei bambini”. Questo scenario, sulla base dell’esperienza di Fadv, “genera inoltre un trasferimento della povertà e dell’esclusione sociale a livello intergenerazionale, alimentando così gli stigmi sociali, il divario dato dalla deprivazione di stimoli, lo scarso accesso alle opportunità esperienziali e più in generale limita le prospettive future”.
Dallo studio di Fadv, che ha coinvolto 454 beneficiari del Programma nazionale di contrasto alla povertà “Varcare la Soglia”, attivo a Milano, Perugia, Genova, Napoli, Catanzaro e Palermo, emerge la difficoltà nel far fronte alle spese per le bollette o per il materiale scolastico, che si somma alle difficoltà emotive come gestione dell’ansia e incertezza per il futuro. “Il 74% delle famiglie intervistate è infatti in condizione di povertà estrema e il 50% dei minori dichiara di non consumare 3 pasti al giorno”.
Il contrasto alla povertà diventa quindi prioritario e il tema degli effetti della povertà su bambini e ragazzi è centrale nella riflessione che da anni “L’Albero della Vita” conduce sulla base del proprio approccio pedagogico, che riconosce all’infanzia dignità e un autentico potenziale di innovazione da tutelare e sviluppare.
Secondo l’indagine, “la metà degli intervistati ha dichiarato di vivere in una casa affollata o sovraffollata e il 59% dei bambini ha inoltre affermato di vivere in una casa fredda”.
Emerge in particolare la mancanza, all’interno delle abitazioni, di uno spazio di gioco per i più piccoli o di un posto dedicato a svolgere i compiti scolastici.
Per quanto riguarda invece i quartieri in cui vivono i beneficiari di Fadv, dal report si nota che “il 49% dei bambini non si sente al sicuro all’interno del proprio quartiere”.
Tra le famiglie intervistate emerge in generale “un senso di sfiducia nei confronti dell’istituzione scolastica a cui va ad aggiungersi un senso di inadeguatezza legato alla scarsità di materiale scolastico (il 63% del campione intervistato ha difficoltà ad acquistarlo) e di abbigliamento adeguato”.