“La Legge di bilancio non può essere l’unico luogo dove fare le riforme, che infatti non sono mai riforme, ma misure una tantum.” Così Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, ha commentato la manovra finanziaria durante la trasmissione “Il Mondo alla radio” su Radio Vaticana. “Serve una riforma strutturale contro il lavoro povero – ha continuato Manfredonia – perché oggi non c’è solo la mancanza di lavoro o la difficoltà a far incontrare domanda e offerta, ma c’è tanto precariato, ci sono finti part-time, c’è lavoro nero e lavoro grigio e lavoro mal pagato. Il Cnel, con la relazione sul Salario minimo di qualche giorno fa, ha solo lanciato la palla al lato perché non possiamo aspettare piani quinquennali per un problema così grave e urgente”. “Noi – ha spiegato il presidente delle Acli – crediamo che il salario minimo sia il salario che non deve dare semplicemente la sussistenza ma deve garantire una vita libera e dignitosa, così come è indicato nella nostra Costituzione, e probabilmente servirà decidere dei parametri, ma è un passaggio fondamentale per uscire da questo circolo vizioso in cui c’è chi guadagna davvero troppo e chi è sempre più povero”.