Domani, mercoledì 18 ottobre, dalle ore 10 alle 14, nella Sala Matteotti di Palazzo Theodoli-Bianchelli, in Piazza del Parlamento 19, a Roma, sarà presentato, su iniziativa del deputato Bruno Tabacci, il VI Rapporto “I padroni della Terra. Rapporto sull’accaparramento della terra 2023: conseguenze sui diritti umani, ambiente e migrazioni”, ideato e redatto da Focsiv-Federazione degli organismi cristiani Servizio internazionale volontariato, nell’ambito di “Abbiamo riso per una cosa seria”, la campagna della Federazione pluriventennale volta a sostenere l’agricoltura familiare e il diritto al cibo sano e di qualità per tutti.
Presupposto delle sei edizioni del Rapporto, spiega una nota, “è la consapevolezza che la terra, soprattutto quella fertile e l’acqua salubre, sono risorse che si stanno esaurendo, in un mercato globale che tutto fagocita con un modello sviluppista ed estrattivista”.
“Sono 114,8 milioni di ettari le terre che sono state accaparrate negli ultimi 20 anni, solo lo scorso anno questo dato è aumentato di 26,1 milioni di ettari, a danno delle comunità locali, dei contadini e dei popoli nativi, è quanto emerge dagli ultimi rilevamenti dello scorso aprile della banca dati di Land Matrix, il sito che raccoglie informazioni sui contratti di cessione e affitto di grandi estensioni di terra”, precisa la nota.
Il Rapporto mostra una volta di più “il continuo conflitto tra grandi interessi economici e politici e il diritto alla terra di chi vi abita e la custodisce. In particolare, la convergenza tra le conseguenze della guerra in Ucraina, con l’uso del cibo come arma impropria, e la transizione ecologica con la nuova corsa alle materie prime critiche, sta provocando una accelerazione della competizione tra blocchi geopolitici per il controllo e lo sfruttamento della terra”.
Non solo: “La convergenza tra cambiamenti climatici e crisi conseguente la guerra in Ucraina ha accelerato la competizione geopolitica sulle risorse, sulla loro estrazione, lavorazione e distribuzione, aggravando ed espandendo l’uso della terra e del cibo per motivi economici e di egemonia geopolitica, con nuovi impatti negativi sui diritti umani delle comunità contadine ed indigene e sull’ambiente”. A questo “si unisce la dipendenza dei Paesi impoveriti da quelli occidentali ed emergenti nel nuovo multipolarismo, le speculazioni dei mercati sono fenomeni che da tempo peggiorano la sicurezza alimentare e la vita di oltre 800 milioni di persone nel mondo, delle comunità contadine ed indigene sempre più oggetto del fenomeno dell’accaparramento delle terre o land grabbing”.
L’Africa è il primo Continente nel quale vengono messi in atto investimenti che possono comportare fenomeni di accaparramento di terre a danno delle comunità locali, seguono poi l’America Latina, l’Europa orientale e, infine, l’Asia.
La guerra e l’emergere di una nuova fase della globalizzazione stanno avendo “una serie di conseguenze negative in termini di aumento dei prezzi, nuove guerre del pane, insicurezza, cessione di sovranità sulle risorse nazionali come la terra e i minerali critici, producendo food e land grabbing. E la risposta a questo sistema non è un anacronistico sovranismo alimentare, ma va ricondotta alla sovranità alimentare delle comunità e nel loro diritto alla terra e nel miglioramento dei modelli di produzione e consumo fondati sulle culture locali”.
Anche la VI edizione de “I padroni della Terra 2023” è dedicata alle 401 persone difensori dei diritti umani e dell’ambiente ed uccise in 26 Paesi per essersi opposti alla devastazione e all’inquinamento su grande scala di foreste, terra e acqua, persone che hanno lottato in difesa del Pianeta e del diritto di ciascuno di non essere sfruttato o emarginato e di poter vivere in un ambiente salubre e sostenibile.