Dal conflitto israelo-palestinese, dall’Africa all’Ucraina, i minori sono le principali vittime delle guerre e dei conflitti armati. Alla luce dei dati dei ricercatori della Unetchac urge la loro protezione.
Nel Sud del Sudan 5 milioni di bambini necessitano disperatamente di aiuti a causa del perpetrarsi dei conflitti armati. In Mozambico, (solo nella provincia di Capo Delgado), risultano 147 i bambini mutilati e uccisi a causa dei conflitti (2020/2022); 105 gli episodi riportati di violenza sessuale nei confronti dei bambini (2023), dove le bambine sono i soggetti colpiti in modo sproporzionato e che, di conseguenza, possono subire gravi traumi psicologici e fisici.
Anche in Somalia, le bambine risultano maggiormente esposte alle violenze sessuali, con 219 casi di violenze inflitte (2023).
Nonostante numerosi siano stati i passi in avanti compiuti dai diversi Governi per incorporare nella loro legislazione nazionale la Risoluzioni 1325 delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza e gli strumenti giuridici internazionali che agiscono sulla protezione dei bambini, la violazione dei loro diritti non è diminuita. Questo, è quanto risulta dai dati elaborati e riportati in Italia dai ricercatori della Universities Network for Children in Armed Conflict – Unetchac.
Il Network universitario internazionale continua ad effettuare una analisi quali-quantitativa sugli abusi e sulle gravi violazioni dei diritti umani subite dai bambini in situazioni di conflitto e post-conflitto armato nel mondo nell’ambito de “I Piani di azione nazionali sulla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1325 e l’impatto dei conflitti su bambini e bambine”, il progetto realizzato da Unetchac in collaborazione con l’Istituto di studi politici internazionali “S. Pio V” e con il supporto del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale italiano.
Attraverso tale progetto, il Network lavora come un moltiplicatore di forze: i ricercatori di Unethcac sviluppano sul campo i dati che sono suddivisi per aree geografiche su 4 Continenti, (Africa, Medio Oriente, Asia, Sud America e Europa), validati dalle fonti locali. Nel condurre questa attività di ricerca, Unetchac opera in linea con gli obiettivi perseguiti dall’Ufficio del rappresentante speciale del segretario generale Onu per i bambini e i conflitti armati.
Nello specifico, le analisi che confrontano i dati riferiti a 5 Paesi africani (Repubblica Democratica del Congo; Repubblica Centrafricana; Sudan; Mozambico; Somalia), sui quali si concentra la più recente ricerca di Unetchac, saranno divulgati nel corso della conferenza internazionale che si svolgerà in Kenya, domani, 18 ottobre presso, l’Università Tangaza di Nairobi.
Tra gli invitati all’evento: Roberto Natali, ambasciatore d’Italia in Kenya. La conferenza vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Jonas Yawovi Dzinekou, direttore di Studi sociali dell’Istituto di trasformazione sociale dell’Università di Tangaza e di Muhindo Nzangi, ministro dell’Istruzione superiore e universitaria della R.D. Congo.