Le forniture d’acqua stanno raggiungendo livelli critici in tutta Gaza a causa di un persistente blocco su carburante, acqua e cibo. La mancanza d’acqua e la minaccia di malattie trasmesse dall’acqua potrebbero causare una catastrofe sanitaria per centinaia di migliaia di persone e una minaccia allarmante per la vita delle donne in gravidanza e in allattamento e dei loro neonati: è l’avvertimento di ActionAid, opera nei Territori Palestinesi Occupati da molti anni, sostenendo la popolazione che vive senza accesso ai servizi di base e ai più fondamentali diritti umani e libertà. “Con l’acqua che sta per esaurirsi in tutta Gaza, la situazione è critica, in particolare per le donne incinte e in allattamento – racconta Soraida Hussein-Sabbah, Gender e advocacy specialist per ActionAid – . Impossibilitate ad accedere all’acqua, e in mezzo a continui bombardamenti e sfollamenti, le donne disidratate avranno difficoltà a produrre il latte di cui hanno bisogno per nutrire i loro bambini e mantenerli in vita”. Attualmente, sono disponibili solo tre litri d’acqua per persona a Gaza, con l’Unrwa (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi) che afferma che l’approvvigionamento idrico è stato ripristinato solo nella parte meridionale di Gaza, fornendo forniture limitate solamente a metà della popolazione della città di Khan Yunis, quasi 100.000 persone. L’acqua non può essere pompata in tutta la Striscia di Gaza poiché gran parte delle infrastrutture necessarie per fornire acqua alle comunità locali è stata distrutta e danneggiata durante i continui bombardamenti israeliani. Il totale collasso dei servizi igienico-sanitari in tutta Gaza aumenta anche la minaccia del colera e delle malattie diarroiche, che sono due delle principali cause di morte per i bambini sotto i cinque anni in tutto il mondo. A Gaza vivono 50.000 donne in gravidanza, che attualmente non possono accedere ai servizi sanitari ssenziali. Circa 5.500 di queste donne dovrebbero partorire nel mese a venire. Le scorte di carburante sono quasi esaurite e gli ospedali riferiscono che oggi resteranno senza corrente; con molti pazienti, tra cui i neonati nelle unità neonatali, in supporto vitale. Si tratta di un disastro umanitario di dimensioni senza precedenti. “L’accesso all’acqua è universalmente riconosciuto come un diritto umano fondamentale, il che significa che il continuo blocco di Gaza rappresenta una negazione dei diritti delle donne e dei bambini in tutta l’area. Chiediamo con urgenza un corridoio umanitario verso Gaza e il pieno e ininterrotto ripristino delle forniture d’acqua da Israele a Gaza”, conclude Soraida.