“Il progetto, operando nell’ambito dello strumento giuridico del Quarto Piano di azione nazionale italiano relativo alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu 1325 su donne, pace e sicurezza, intende sviluppare una ricerca qualitativa e quantitativa sulla situazione dei bambini in conflitto armato in Africa, Asia, Africa, Sud America, Europa (Kosovo e Ucraina). Il progetto sviluppa un confronto con i Piani d’azione nazionali sulla Risoluzione 1325 dei Paesi che sono oggetto della ricerca sulla specifica tematica delle misure volte a garantire la protezione dei minori: questo è certamente un aspetto innovativo volto a individuare quelle che sono le misure adottate e adottabili per prevenire e combattere i crimini contro i bambini che purtroppo stiamo sempre più vedendo”: lo dichiara Laura Guercio, segretario generale di Unetchac, parlado de “I Piani di azione nazionali sulla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1325 e l’impatto dei conflitti su bambini e bambine”, il progetto realizzato da Unetchac in collaborazione con l’Istituto di studi politici internazionali “S. Pio V” e con il supporto del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale italiano, in occasione della presentazione domani in Kenya dei dati sulla situazione in 5 Paesi africani. “L’Italia – prosegue – è sempre stata in prima linea per l’attuazione della Risoluzione, come dimostra l’adozione stessa dei quattro Piani d’azione nazionali. Il nostro progetto, in questo modo, intende contribuire all’azione e all’’impegno italiano. L’obiettivo è quello di concorrere alla attuazione di questo strumento per garantire la protezione effettiva dei bambini che subiscono i conflitti armati, perseguendo il principio dell’universalità dei diritti umani. Alla luce dei drammi che stiamo vivendo, dal Medio Oriente, all’Africa e all’Europa, urge rafforzare tale azion”e.
Durante la conferenza internazionale domani in Kenya, “il Quarto Piano di azione italiano sarà dunque confrontato con i Piani di azione dei suddetti Paesi Africani, in cui la situazione dei bambini è aggravata, oltre che dalla complessità della dimensione dei conflitti, anche da fattori di natura sociale che rischiano di ostacolare il percorso di reintegrazione sociale dei bambini coinvolti dai conflitti armati. Questo è un ulteriore aspetto su cui il Network intende lavorare”, conclude Guercioe.
Mentre è in corso la conferenza a Nairobi, gli esperti del Network inaugurano la Autumn School 2023 dedicata a “Aspetti giudiziari e sociali della violenza contro i bambini, in particolare le ragazze, nei conflitti armati”.
La Autumn School di Unetchac punta a offrire a titolo gratuito una formazione accademica e professionale in materia di Diritto internazionale, Diritto umanitario e Diritto penale internazionale con particolare riguardo alla protezione dei minori in conflitto armato e con un focus specifico sulle questioni di genere. I protagonisti della Scuola sono, infatti, gli studenti provenienti da 19 Paesi – incluse le war zone: Albania, Bangladesh, Finlandia, Ghana, Gambia, Iran, Iraq, Italia, Kosovo, Libano, Lussemburgo, Nigeria, Regno Unito, Repubblica Democratica del Congo, Romania, Somalia, Stati Uniti, Thailandia e Turchia. È soprattutto ai giovani del mondo che il Network intende indirizzare il proprio lavoro di ricerca, a loro affida le chiavi del peacekeeping. A conclusione del progetto sarà infatti redatto e divulgato il Report finale delle analisi dei ricercatori; la prima mappa virtuale su bambini e conflitti armati realizzata dal Network sarà a disposizione di scuole e università internazionali.