“Abbiamo lasciato la scuola e siamo venute a stare nella parrocchia della Sacra Famiglia. Qui forse siamo più al sicuro. Tutti i cristiani di Gaza praticamente hanno trovato rifugio qui”: lo ha detto al Sir suor Nabila Saleh, preside della scuola delle Rosary’s Sisters, la più grande della Striscia. La decisione di abbandonare la scuola è arrivata poco fa dopo che Israele ha lanciato l’ultimatum agli abitanti di Gaza city di lasciare la città entro 24 ore per motivi di sicurezza. Alcuni degli sfollati ospitati nella scuola si sono spostati invece verso il valico di Rafah “ancora chiuso”.
Anche la parrocchia, come spiegato al Sir dal parroco padre Gabriel Romanelli, insiste nella area da sgombrare, ma al momento, conferma suor Nabila, “sono ancora tutti all’interno. Non sappiamo cosa accadrà stanotte, se saremo al sicuro o se sarà la nostra tomba”. “La situazione ogni ora che passa è sempre più drammatica. Chi può fare qualcosa intervenga. Chiediamo aiuto al Papa”, conclude la suora in lacrime. Nella parrocchia oltre a centinaia di sfollati ci sono disabili gravi, malati, anziani e bambini. L’Organizzazione mondiale della sanità, in merito all’ultimatum, ha ribadito che spostare malati gravi equivale a una condanna a morte. “Le persone preferiscono restare nelle strutture della parrocchia, sanno bene infatti che sono sempre state oasi di pace e non di guerra per tutti, senza distinzioni – dichiara al Sir padre Romanelli -. Mi chiedo come sia possibile spostare anziani, malati, disabili, senza mettere a repentaglio la loro incolumità. Hanno paura a muoversi, temono per la loro vita. Da noi ci sono persone che sono state costrette dall’Esercito a sgombrare dalle zone di confine verso il centro città. Adesso dal centro città ci dicono di sgombrare verso sud. Ma tutto è distrutto, dove dobbiamo andare. Ci sono 1500 morti a Gaza, 400 sono bambini, i feriti 6mila. Hanno deciso di rimanere e stare accanto a Gesù in chiesa. Qui si sentono al sicuro. Con loro ci sono religiosi e religiose”. Nel pomeriggio in parrocchia è stata celebrata una Messa per chiedere la fine della guerra.