“Il diavolo è sempre presente e attivo nel nostro mondo”. A ricordarlo è stato il card. Fridolin Ambongo Besungu, presidente del Secam, nell’omelia della Messa nella basilica di San Pietro con cui si è aperta la decima giornata del Sinodo sulla sinodalità. “La sua forza risiede nella strategia di farsi dimenticare e di apparire sotto le forme più seducenti e rassicuranti – ha spiegato il cardinale -, lanciando i suoi attacchi “a partire dalle realtà più sensibili”. “Il maligno cerca sempre di rovinare l’opera di Dio seminando la divisione nel cuore dell’uomo, tra il corpo e l’anima, tra l’individuo e Dio, nelle relazioni interpersonali, sociali e internazionali”, la citazione di Benedetto XVI. “Il maligno semina la discordia”, ha commentato il porporato: “Se abbiamo il coraggio di guardare la nostra realtà attale come Chiesa, non sarà difficile constatare a che punto il maligno è all’opera e influenza il nostro modo di essere e di agire. Il maligno vuole dividerci, potrebbe anche utilizzare qualcuno di noi per la sua causa”.
Di qui la necessità di “combattere coraggiosamente il maligno, utilizzando prima di tutto le armi della sinodalità, che esige l’unità, il camminare insieme, il discernimento nella preghiera, l’ascolto reciproco e di ciò che lo Spirito dice alla Chiesa”. “Siamo chiamati a combattere questa potenza avversaria con un’arma potentissima a nostra disposizione, che è lo Spirito Santo, protagonista di questo nuovo modo di essere Chiesa, la chiesa sinodale”, ha concluso il cardinale: “Possa l’Eucaristia che noi offriamo qui sulla tomba di Pietro aprici all’ascolto dello Spirito Santo, affinchè faccia passare la Chiesa sinodale dal sogno alla realtà, dalle parole alla vita concreta, dove saremo capaci di camminare insieme nella comunione, nella partecipazione e nella missione”.