“Il cardinale Sako ha avuto ragione a lasciare Baghdad, perché se noi viviamo in una terra che ha bevuto il sangue dei martiri cristiani, dobbiamo vivere con dignità”. Lo ha detto suor Caroline Jarjis, testimone del processo sinodale, proveniente dall’Iraq, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso del briefing odierno in sala stampa vaticana sul Sinodo sulla sinodalità. “Noi siamo cittadini di questa terra, non siamo solo una minoranza”, ha affermato la religiosa: “Oggi la vita dei cristiani in Iraq è sicura, il vescovo ausiliare sta a Baghdad, ma dobbiamo chiedere la dignità del nostro capo, che è la nostra dignità”, ha precisato a proposito della scelta del patriarca di Babilonia dei Caldei di lasciare la capitale irachena. “Tutti uniamo le nostre preghiere per la pace, siamo una famiglia”, la risonanza della suora – che nella preghiera di questa mattina ha letto il Vangelo in arabo – a proposito del clima sinodale: “Non stiamo solo preparando un documento ufficiale, stiamo vivendo un’esperienza come quelle dei primi cristiani, che condividevano tutto, le sofferenze e le ricchezze. Noi siamo un Paese di guerra, di minoranza cristiana, abbiamo sofferto tanto nella nostra vita, ma la nostra chiesa è ricca di speranza perché abbiamo i martiri che ci danno la forza per andare avanti. Oggi viviamo un altro periodo delicato, ma io tornerò da Sinodo con una forza più grande, perché c’è la Chiesa universale con me”.