“È il secondo lavoro dell’Autorità garante sulla giustizia riparativa e risponde a un compito che è stato assegnato all’Agia dalla sua legge istitutiva: l’articolo 3 prevede che l’Autorità garante debba favorire la cultura della mediazione, prevenire e risolvere con accordi i conflitti tra gli adolescenti e promuovere una formazione sulla mediazione. Sulla scorta di questo mandato nel 2018 è stato pubblicato uno studio sulla mediazione penale. Il lavoro che presentiamo oggi ha prospettive diverse”. Lo ha detto, oggi, Carla Garlatti, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, in occasione della presentazione oggi a Roma dell’indagine sulla giustizia riparativa. “Ci troviamo in un momento storico particolare – ha osservato la garante -. La giustizia riparativa per molto tempo è stato un settore di nicchia, poi la curiosità per questo istituto si è andata ampliando tanto che lo stesso legislatore si è sentito coinvolto con disegni di legge di varia fortuna. Questo aumento di curiosità ci ha indotto a pensare che è necessario diffondere la conoscenza di questo istituto, rispondendo cos’è, a cosa serve, perché ricorrere alla giustizia riparativa. Su un impianto solido di conoscenza si può basare una politica pubblica che investa sulla giustizia riparativa”. Mettendo in guardia sul rischio di confusione sul senso dell’istituto di giustizia riparativa, Garlatti ha evidenziato che “la giustizia riparativa, pur essendo meno conosciuta della mediazione penale, rispetto a quest’ultima ha altri strumenti, che sono utilissimi, perché coinvolgono non solo l’autore del reato e la vittima, ma anche la collettività, che dalla commissione di un reato rimane ferita”. La garante ha evidenziato che con il nuovo lavoro presentato oggi “si è fatta una mappatura dei centri che erogano questi servizi e partendo da qui con auspici su quello che ci si può aspettare”. La ricerca “ha avuto durata biennale”. Durante questi due anni, ha ricordato Garlatti, “è stato adottato il decreto legislativo 150 del 2022, che per la prima volta ha introdotto una disciplina organica della giustizia riparativa”. “Quando parliamo di giustizia riparativa non dobbiamo pensare a qualcosa che si sovrappone alla giustizia tradizionale la giustizia riparativa si affianca al procedimento penale, non lo sostituisce. Ma della giustizia riparativa si sente bisogno di fronte a fatti, anche molto gravi, rispetto ai quali gli strumenti della giustizia tradizionale molte volte appaiono insufficienti”. La giustizia riparativa “raccoglie la sfida che consente a chi ha commesso un reato e a chi l’ha subito di riannodare i fili della propria vita, di riprenderla senza portarsi dietro un peso che è un macigno, in sostanza di vivere meglio”.