Giunge in Friuli con nel cuore il sogno di un’Etiopia non più divisa. Mons. Musié Ghebregiorghis, eparca di Emdibir, sarà in Friuli da oggi al 15 ottobre “per ringraziare l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, il Centro missionario diocesano e i tanti amici e benefattori che da oltre vent’anni sostengono i molteplici progetti e le attività sociopastorali” della diocesi africana che il prossimo 25 novembre compie 25 anni.
Mons. Ghebregiorghis giunge in Friuli proprio nel cuore dell’Ottobre missionario: domani sarà ospite della parrocchia di San Marco a Udine, che grazie alle offerte dei fedeli ha recentemente edificato una chiesa a Bazreche, nell’eparchia di Emdibir. Dopo la messa delle 18.30, in un incontro pubblico mons. Musié parlerà di “Crisi umanitaria e politica in Etiopia, tra conflitti etnici e siccità” e de “L’impegno della diocesi di Emdibir e cooperazione tra le Chiese”. Seguirà una “cena etiope”.
Sabato 14 la visita proseguirà in Carnia con la celebrazione della messa alle 18 a Cercivento e alle 19 a Sutrio.
Domenica 15, infine, l’incontro con la comunità di San Daniele, nel cui duomo mons. Musié celebrerà messa alle 18.30.
L’eparchia di Emdibir si trova in Etiopia e comprende la zona di Guraghé, nella regione Snppr (Southern Nations, Nationalities and Peoples Region), e una parte del territorio di Woliso Goro, nella regione di Oromia. L’eparchia è stata eretta nel 2003 ed è suffraganea dell’arcieparchia di Addis Abeba, nella capitale.
Nel 2021 l’eparchia contava circa 27.000 battezzati su 4.221.000 abitanti (circa la metà della popolazione è di religione musulmana; la principale componente cristiana è di confessione ortodossa). Sede eparchiale è la città di Emdibir, dove si trova la cattedrale di Sant’Antonio. Il presbiterio è composto da 32 sacerdoti. Il territorio eparchiale si estende su 12.000 km² (circa il doppio della regione Friuli-Venezia Giulia) ed è suddiviso in 23 parrocchie.
L’elenco delle opere a supporto della popolazione del territorio di Emdibir, realizzate anche grazie al supporto del Centro missionario di Udine, è molto lungo: una quarantina di scuole, due ospedali, decine di villaggi che hanno ottenuto l’acqua potabile grazie a 450 chilometri di tubature, una mensa per i poveri e progetti specifici dedicati ai giovani, agli anziani, alla promozione delle donne. Tutte iniziative di cui beneficia l’intera popolazione, senza distinzione di lingua, cultura o religione.
I prossimi progetti riguardano soprattutto gli ambiti scuola e sanità. È in fase di studio una forma di sostegno a distanza specifica per le cure sanitarie, perché il governo etiope non è in grado di fornire un adeguato sostegno alle cliniche. Oggi l’Etiopia sta vivendo un momento di transizione, alla ricerca di una forma di governo stabile e di un’unità, in un paese storicamente diviso in 83 gruppi etnici. Il contributo della Chiesa è anche quello di cercare di mantenere l’equilibrio, evitare inutili tensioni, risolvere i problemi attraverso il dialogo e un’intesa comune.