“Mentre diventa ancora più fermo il rifiuto della guerra e della violenza come strumento per la risoluzione delle controversie”, Rondine Cittadella della Pace rinnova e ribadisce “la responsabilità e la volontà di difendere un patrimonio unico al mondo di ‘amicizie impossibili’, quelle dei giovani ‘nemici’ che a Rondine affrontano il conflitto fuori e dentro di sé, trovando strumenti creativi per trasformarlo attraverso la relazione”. È quanto si legge in un comunicato della Cittadella della Pace relativo all’attacco di Hamas ad Israele. “Quello che sta accadendo ora tra israeliani e palestinesi – afferma il testo – continua a succedere tra ucraini e russi, come tra armeni e azerbaigiani nel Nagorno Karabakh, in Mali e nelle centinaia di guerre dimenticate in tutto il mondo. Ascoltando i nostri giovani siamo ben consapevoli della necessità della cura delle parole e che il nome di un popolo non è un’etichetta che può identificare tutto e tutti”. Rondine “si rifiuta di pensare che il proprio percorso possa essere spezzato dal nuovo incedere della guerra di questi giorni, che il proprio impegno per un futuro di pace possa venire meno di fronte alla violenza. La guerra – viene ribadito – vince se riesce ad annientare la speranza e a permettere alla rabbia di diventare odio. Il lavoro di Rondine oggi più che mai torna alle radici dell’umano per difendere la possibilità di trasformare il dolore in un percorso di riconciliazione e di costruzione di un futuro di pace”.