“Il mio è un personaggio che un po’ racconta la parabola del sogno materialista. Un sogno che poi non porta da nessuna parte”. Lo ha detto Kim Rossi Stuart, in occasione della conferenza stampa romana dell’attesa serie Prime Video “Everybody Loves Diamons”, 8 episodi disponibili su piattaforma dal 13 ottobre, in diffusione in oltre 240 Paesi. Protagonisti Kim Rossi Stuart, Anna Foglietta, Gian Marco Tognazzi, Carlotta Antonelli, Leonardo Lidi, Rupert Everett e Malcom McDowell. A produrla è Mario Gianani con Wildside – Gruppo Fremantle, mentre alla regia troviamo Gianluca Maria Tavarelli (“Il giovane Montalbano”, “Maltese”).
La serie ha un impianto comico, che spazia da riferimenti cinematografici cult come “I soliti ignoti” (1958) di Mario Monicelli a recenti successi in piattaforma come “Lupin” e “La casa di carta”, apparentati al genere “heist”, giallo-poliziesco. Come ha sottolineato Michele Astori, head writer di “Everybody Loves Diamons”, “la serie si ispira a una vicenda vera, avvenuta nel 2003. Un altro mondo rispetto a quello di oggi; pertanto, abbiamo traslato tutto nel nostro presente, soprattutto gli aspetti tecnologici. Abbiamo ‘tradito’ anche alcuni elementi della storia, prendendoci delle libertà: in particolare la famiglia del protagonista e la banda sono stati un po’ romanzati. Abbiamo lavorato sulla commedia all’italiana e al contempo su alcuni riferimenti internazionali legati al genere crime e action”.
La storia. Belgio 2003, Leonardo Notarbartolo si finge un gioielliere, esperto in diamanti, per entrare nelle rigide maglie professionali del Diamond Center di Anversa. Il suo obiettivo è scassinare l’inaccessibile caveau di diamanti, grazie al supporto di una banda di professionisti. Il colpo del secolo viene messo a segno la notte del 14 febbraio lasciando la polizia a brancolare nel buio…
“Quando Wildside mi ha proposto la regia – ha sottolineato Tavarelli – ho subito capito che era un progetto diverso da tutto ciò che avevo fatto fino a quel momento. Mi sono abbandonato al racconto, non rimanendo nella mia comfort zone”. Richiamando la vicenda, il vero Notarbartolo, il regista ha precisato: “Leonardo Notarbartolo ci ha aiutato molto nella fase progettuale, raccontandoci ovviamente ciò che poteva rivelare su quell’evento. Una volta organizzammo un pranzo con lui e Kim Rossi Stuart. Al termine dell’incontro Kim è uscito che era diventato lui”. L’attore aveva maturato una chiara idea del personaggio.
Kim Rossi Stuart ha poi precisato: “Non volevo che il vero Notarbartolo fosse la chiave d’accesso al racconto; desideravo far leva su altri aspetti. Va detto però che il suo incontro è stato emozionante, determinante. In generale, la serie si muove sulla cifra della commedia, una commedia spesso sopra le righe: abbiamo fatto anche ‘le facce’, come si dice in gergo, utilizzando sguardi in chiave fumettistica”.