In occasione della Giornata mondiale della vista che ricorre domani, Iapb Italia Onlus rende noti i risultati dell’iniziativa “Vista in salute”, con la quale ha effettuato 8.671 visite gratuite per la vista in 55 città italiane. L’iniziativa è entrata nel quarto anno di attività ed è nata come occasione di tutela della salute per diagnosticare in tempo, attraverso screening gratuiti della vista, le malattie che possono portare a cecità o ipovisione come glaucoma, maculopatie e retinopatia diabetica.
I dati raccolti e analizzati, spiega il presidente di IapbItalia onlus, Mario Barbuto, “mettono in risalto la gravità della situazione visiva in Italia. L’età media delle 8.671 persone visitate è superiore ai 65 anni e il 20% credeva di vedere bene ma in realtà, presentava segni iniziali di patologie della vista molto gravi. La particolarità delle malattie più temute che minacciano la vista è che nelle fasi iniziali sono asintomatiche e il danno che causano alla vista non è recuperabile”. Oggi a Torino, presso la sede della Regione Piemonte, vengono anche presentati i “Cento eventi in cento città” organizzati in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti per informare e sensibilizzare sulla prevenzione della cecità e la tutela della vista.
“Vista in salute” è un’iniziativa di Iapb Italia, finanziata dal Parlamento con la legge di bilancio per il 2019 e patrocinata tra gli altri, da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità. Per Barbuto, “la tutela della vista e della salute dei nostri occhi deve assumere maggiore rilievo nelle scelte di politiche di salute pubblica. La vista, infatti, oggi è minacciata dall’invecchiamento della popolazione e da un modello di erogazione dei servizi sanitari imperniato in prevalenza sugli ospedali. Per questo è importante inserire gli screening all’interno dei percorsi di diagnosi e cura su tutto il territorio nazionale” con l’obiettivo di “ridurre le attese e decongestionare gli ospedali, raggiungendo inoltre, quelle fasce di popolazione più fragili che, per età e difficoltà economiche, faticano particolarmente ad accedere alle visite specialistiche”.