Per sostenere la competitività dell’Ue nel lungo periodo, la migrazione legale può essere una risposta alla mancanza di manodopera europea. Lo scorso anno sono 3 milioni i lavoratori che sono entrati legalmente nell’Ue per lavorare, contro i 300mila migranti illegali: lo ha sottolineato la vice presidente della Commissione Ue, Dubravka Šuica, presentando oggi in conferenza stampa a Bruxelles lo “strumentario demografico” che la Commissione mette a disposizione degli stati europei come aiuto per “stimolare, perfezionare e coordinare meglio le politiche demografiche a livello di Ue e nazionale”. Sta però agli Stati membri, alla luce di queste indicazioni, “scegliere, elaborare e attuare strategie politiche per contrastare i problemi posti dall’evoluzione demografica”. La vice presidente ha insistito sul fatto che bisogna “cambiare la narrativa da un continente che invecchia a una narrativa positiva di un continente della longevità”, dove “non ci sono persone anziane, ma persone mature”. Ciò significa, per esempio, che bisogna pensare a percorsi di formazione e qualificazione non solo per i trentenni, ma anche per i cinquantenni perché possano affrontare le sfide delle nostre società ed economie. In ogni caso, “qualsiasi scelta politica deve improntarsi ai principi di parità di genere, non discriminazione ed equità intergenerazionale”, ha continuato Šuica. A questo va aggiunto che “le tecnologie digitali possono rafforzare l’incisività competitiva dell’Europa e concorrere a neutralizzare gli effetti dell’evoluzione demografica”. Ai responsabili politici, la vice presidente della Commissione ha suggerito di “promuovere la partecipazione attiva dei cittadini in questo sforzo coinvolgendo tutti i soggetti d’interesse, parti sociali e organizzazioni della società civile”.