Nel battesimo di Gesù si manifesta la volontà di Dio di salvare l’umanità attraverso la vita, la missione e il servizio di Gesù. Il battesimo di Gesù diventa già un segno forte che lui vuole prendere su di sé i nostri peccati sottomettendosi insieme con noi a un rito di purificazione. Lui non ne ha bisogno, ma così santifica l’acqua perché l’acqua possa santificare noi. Col battesimo di Gesù nasce un’umanità nuova; i cieli sono aperti e quindi Dio non è più lontano e inaccessibile ma vicino all’umanità; e lo Spirito discende su Gesù per manifestare il nuovo vincolo che unisce Dio all’umanità. Lo ha detto il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, celebrando ieri nel sito di “Qasr al-Yahud”, sulla riva ovest del fiume Giordano, la festa del Battesimo del Signore, dove, secondo la tradizione, avvenne l’episodio narrato nei Vangeli. Rileggendo il battesimo di ciascuno alla luce di quello di Gesù, padre Patton ha ricordato che “la giustizia di Dio si realizza per noi nel nostro battesimo proprio perché col battesimo veniamo raggiunti dalla misericordia e dal perdono che Dio ci dona attraverso il suo Figlio Gesù e attraverso il dono del suo stesso Spirito. Ma bisogna che anche noi, come il Battista e come Gesù, diventiamo collaboratori attivi della salvezza che Dio dona, bisogna che anche noi impariamo a volere con tutte le nostre forze quello che Dio vuole per noi”. Nell’antichità, ha spiegato il Custode, il battesimo avveniva per immersione, e “ancora oggi vediamo i pellegrini che vengono a fare memoria del battesimo qui al Giordano: si immergono nell’acqua e poi emergono dall’acqua come Gesù nel vangelo di Matteo. È tutta la nostra persona che ha bisogno di immergersi nell’acqua santificata da Gesù perché è tutta la nostra persona che ha bisogno di essere da Lui trasformata”. Ciò che Dio Padre ha detto di Gesù, ha sottolineato padre Patton, “lo dice anche di noi a partire dal nostro battesimo e lo dice in forma personale: ‘Tu sei mio figlio, ti voglio bene in modo personale, sono contento di averti dato la vita e che la tua vita abbia un senso, tutto il bene di cui sono capace ti accompagna e ti accompagnerà per sempre’”. Da qui “il grande dono” ricevuto nel battesimo: “Dio Padre, nel battesimo di Gesù suo Figlio, ha manifestato la sua bontà per l’umanità intera e per ogni singola persona. E ora, a noi che siamo stati rigenerati nell’acqua e nello Spirito, dona la capacità di vivere in questo mondo da veri figli, ci dona la capacità di sintonizzarci sulla sua volontà durante il pellegrinaggio della vita. E ci regala come eredità e come destino la vita eterna”.
Il sito del Battesimo. La celebrazione è avvenuta nella piccola chiesa francescana che si trova vicino al fiume Giordano che fu costruita nel 1956, su un terreno acquisito dalla Custodia nel 1932. La tradizione di recarsi in pellegrinaggio annuale in quel luogo è attestata però almeno dal 1641, in ricordo del battesimo di Gesù. Nel 1967, a causa dello scoppio della guerra tra Israele e Giordania, l’area diventò un campo minato di cinquantacinque ettari, dal quale i francescani furono costretti a fuggire. Il luogo santo – che si trova in territorio palestinese, classificato come area “C” sotto il controllo di Israele, in base agli Accordi di Oslo dei primi anni Novanta – fu parzialmente bonificato per la visita di Papa Giovanni Paolo II in Terra Santa del 2000 e reso poi accessibile ai pellegrini nel 2011. Dal 2018 al 2020 si sono svolti i lavori di sminamento del territorio. Dopo i lavori di ristrutturazione, nel 2021 la chiesetta è stata inaugurata nuovamente ed è tornata il luogo delle celebrazioni della festa del Battesimo di Gesù.