“L’attuale conflitto in Ucraina ha reso più evidente la crisi che da tempo interessa il sistema multilaterale, il quale abbisogna di un ripensamento profondo per poter rispondere adeguatamente alle sfide del nostro tempo”. Ne è convinto il Papa, che nel discorso al Corpo diplomatico ha chiesto “una riforma degli organi che ne consentono il funzionamento, affinché siano realmente rappresentativi delle necessità e delle sensibilità di tutti i popoli, evitando meccanismi che diano ad alcuni maggior peso a scapito di altri”.” Non si tratta dunque di costruire blocchi di alleanze, ma di creare opportunità perché tutti possano dialogare.”, ha spiegato Francesco: “Tanto bene si può fare insieme, basti pensare alle lodevoli iniziative destinate a ridurre la povertà, ad aiutare i migranti, a contrastare i cambiamenti climatici, a favorire il disarmo nucleare e ad offrire aiuto umanitario”. In tempi recenti, invece, “i vari fori internazionali sono stati contraddistinti da crescenti polarizzazioni e da tentativi di imporre un pensiero unico, che impedisce il dialogo e marginalizza coloro che la pensano diversamente”: per Francesco, “c’è il rischio di una deriva, che assume sempre più il volto di un totalitarismo ideologico, che promuove l’intolleranza nei confronti di chi non aderisce a pretese posizioni di ‘progresso’, le quali in realtà sembrano portare piuttosto a un generale regresso dell’umanità, con violazione della libertà di pensiero e di coscienza”. Senza contare che “risorse sempre maggiori sono state impiegate per imporre, specialmente nei confronti dei Paesi più poveri, forme di colonizzazione ideologica, creando peraltro un nesso diretto fra l’elargizione di aiuti economici e l’accettazione di tali ideologie. Ciò ha affaticato il dibattito interno alle Organizzazioni internazionali, precludendo scambi fruttuosi e aprendo spesso alla tentazione di affrontare le questioni in modo autonomo e, conseguentemente, sulla base di rapporti di forza”. “È necessario tornare al dialogo, all’ascolto reciproco e al negoziato, favorendo responsabilità condivise e la cooperazione nella ricerca del bene comune, nel segno di quella solidarietà che deriva dal saperci responsabili della fragilità degli altri cercando un destino comune”, l’appello del Papa: “Le preclusioni e i veti reciproci non portano che ad alimentare ulteriori divisioni”.