Nagorno-Karabakh: la comunità armena di Roma alla presidente von der Leyen, “vittime di odio etnico da ‘partner affidabile’ dell’Ue”

“Qualche mese fa nel corso della sua visita a Baku, Lei ha definito l’Azerbaigian dell’autocrate Aliyev un ‘partner affidabile e degno di fiducia’ nonostante le gravissime lacune in tema di rispetto dei diritti umani e della libertà di informazione di quel Paese”. Lo scrive il Consiglio per la Comunità armena di Roma in una lettera aperta alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, approfittando della sua odierna visita romana. Nel testo viene sottolineata la crisi umanitaria in atto nel Nagorno-Karabakh (Artsakh).
L’enclave armena dal 12 dicembre scorso – denuncia la Comunità – è di fatto isolata dall’Armenia e quindi dal resto del mondo a causa del blocco imposto dall’Azerbaigian sull’unica strada di collegamento attraverso il corridoio di Lachin. 120.000 armeni da quasi un mese non ricevono più cibo, medicine e approvvigionamenti. “La diversificazione delle scelte energetiche da parte dell’Unione europea ha ovviamente la sua importanza strategica, tuttavia non crediamo che l’approvvigionamento del gas (azero?) debba far passare in secondo piano la difesa di principi e valori che sono elementi fondamentali dell’Unione europea stessa”. Il Consiglio chiede alla presidente von der Leyen la necessaria attenzione a quanto sta accadendo nel Caucaso meridionale. “Ci aspettiamo dunque, presidente von der Leyen, che vorrà quanto prima dedicare attenzione a quanto sta accadendo nel Caucaso meridionale e spendere qualche parola per il popolo armeno del Nagorno-Karabakh che ancora una volta si trova ad affrontare giorni difficili causati da un odio etnico che il ‘partner affidabile’ ha eretto a fondamento del proprio regime. Siamo certi che il compianto presidente David Sassoli avrebbe condiviso il nostro pensiero”.

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