A Roma, il 27 e il 28 gennaio, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio e on line, si terrà il convegno “50 anni de ‘Lo Spazio Psicoanalitico’. Psicoanalisi tra arte, scienza e società”. L’evento si propone di ripercorrere le ragioni che portarono alla nascita de “Lo Spazio Psicoanalitico”, fondato nel 1972 da Paolo Perrotti, in stretta collaborazione con Cesare Musatti e Adriano Ossicini, ma soprattutto di riflettere sui temi più importanti che sono stati oggetto dell’attività teorica e clinica de “Lo Spazio” nei cinquant’anni della sua esistenza.
“Lo Spazio Psicoanalitico – si legge in una nota – ha come fine la promozione dell’attività di ricerca, di studio, di divulgazione e di formazione nel campo della psicoanalisi e degli ambiti culturali a essa collegati - in particolare le scienze umane e sociali, la letteratura, il cinema e l’arte -, in collaborazione scientifica con università e istituti internazionali e nazionali. Fra le peculiarità de ‘Lo Spazio’ c’è l’attenzione alle contraddizioni sociali e la riflessione sugli specifici strumenti che la psicoanalisi offre per l’interpretazione e la comprensione delle condizioni psicologiche connesse a tali contraddizioni”.
Dal 1994 Lo Spazio promuove una scuola di formazione in psicoterapia psicoanalitica, riconosciuta dal Miur, che ha formato nel corso degli anni oltre 120 psicoterapeuti. La Scuola si caratterizza per una forte vocazione alla creazione di gruppi di lavoro e allo scambio tra docenti e allievi e per l’intenzione di contenere i costi della formazione in modo da favorire l’accesso alla professione di psicoterapeuta, mantenendo un’attenzione al rigore psicoanalitico.
L’esigenza di pensare con “ottica psicoanalitica” i processi mentali dell’individuo, collegandoli al contesto dei vari gruppi in cui questi si trova a vivere la sua vita e alle condizioni della società nel suo insieme, ha portato “Lo Spazio Psicoanalitico” a essere uno dei primi centri in Italia in cui sono stati attivati gruppi terapeutici a orientamento psicoanalitico.
Da Lo Spazio è poi nata l’esperienza dei “Laboratori psicoanalitici”, luoghi sui territori che non offrono solo psicoterapia a costi accessibili, ma anche attività culturali e sociali rivolte alla comunità locale, secondo l’ispirazione dello stesso Perrotti, che riteneva fondamentale connettere l’attività dello psicoterapeuta ai problemi e alle questioni sociali della propria comunità.