“Perché? Perché, Signore, hai permesso che la vita di don Gianfranco si spezzasse, perché stroncare un apostolato che produceva frutto? Perché sembra che tu non abbia bisogno di persone nel pieno dell’attività e del rendimento? Di fronte a questa domanda – umanamente lecita e comprensibile – non c’è che il silenzio, come il silenzio e il pianto di Gesù alla notizia della morte dell’amico Lazzaro”. Sono queste le parole di mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, dette oggi nella chiesa parrocchiale di San Martino a Trignano, dove ha celebrato il funerale di don Gianfranco Formenton, parroco di quella parrocchia e di S. Angelo in Mercole e Montemartano, nato in Veneto nel 1960 e morto dopo 12 giorni di coma causati dall’arresto cardiaco avuto la mattina di Natale. “Noi lo ricordiamo così: fermamente convinto delle proprie idee e difficilmente disponibile a qualche forma di conciliazione, appassionato per una radicalità evangelica che viveva in prima persona e che proponeva senza sconti a chi lo volesse ascoltare. Alcune sue prese di posizione hanno suscitato reazioni contrastanti, ma tutti abbiamo sempre riconosciuto e ammirato la sua genuina passione per la verità e per la forza del Vangelo, che diventava compagnia fedele del cammino di ognuno, con tratti di sensibilità e delicatezza difficilmente immaginabili sotto una scorza apparentemente ruvida e distaccata”. Ha proseguito il presule nell’omelia davanti ai parenti del sacerdote morto, oltre che a molti fedeli, sacerdoti, scout ed amici presenti, ai quali ha ribadito l’impegno profuso da don Formenton, senza risparmiare entusiasmo ed energie per poter essere un pastore buono del suo popolo, lasciando in eredità la missione di una Chiesa comunità che possa raggiungere le persone dentro e fuori con la luce del Vangelo. “Gli chiedo di continuare ad essere vicino a tutti noi, ancora e di più sollecito per il nostro vero bene mentre, ormai partecipe della pienezza di Dio, contempla il Volto glorioso del Cristo di Villamagina”, ha aggiunto mons. Boccardo speranzoso che la missione del sacerdote morto possa trovare continuazione in nuove vocazioni del territorio. “E – ha sottolineato – mi pare di sentirgli dire: ‘Vi incontro veramente solo qui, amici, compagni ignari della mia solitudine, e benedico i vostri volti nella foschia mattutina quando più chiara è la voce delle nostre notturne utopie sostenibili. Rifare il mondo forse è possibile’ (La casa di Jijone, p. 42). A noi accogliere questo saluto. E dargli la valenza di un mandato. Buona strada, don Gianfranco!”. Sul sagrato della chiesa, un rappresentante delle parrocchie e uno degli Scout hanno salutato la salma di don Gianfranco Formenton, in seguito tumulato, per sua volontà, nel cimitero di Trevi dove c’è la tomba della Congregazione del Suffragio riservata ai preti della Chiesa di Spoleto-Norcia. Sabato 4 febbraio alle ore 18, il mons. Boccardo presiederà nella chiesa di S. Martino il trigesimo.