Benedetto XVI: mons. Ligorio (Potenza), “la sua non era una teologia pensata a tavolino, ma un pensiero maturato nell’incontro personale con Cristo”

“Papa Benedetto ha insegnato e comunicato a tutti, non solo alla Chiesa, una vocazione nuova : quella di farsi da parte; che in concreto significa un invito a liberarsi dalla suggestione del potere”. Così l’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, mons. Salvatore Ligorio, stamattina in cattedrale a Potenza, durante l’omelia della solenne concelebrazione in suffragio del Papa emerito.
L’arcivescovo ha voluto per oggi una convocazione della Chiesa diocesana in tutte le sue articolazioni (preti, diaconi, gruppi e associazioni, religiose e religiosi ) per pregare insieme, ma anche per riflettere su cosa ha rappresentato il ministero di Papa Ratzinger per il popolo di Dio , come ha precisato il vicario episcopale, don Antonio Savone, all’inizio della concelebrazione.
Mons. Ligorio ha ricordato l’ultimo incontro che i vescovi lucani hanno avuto con Papa Benedetto, a fine gennaio del 2013, durante la “visita ad limina”, praticamente una settimana prima della rinuncia, e ha riferito di un uomo che “appariva stanco e malato ma che colpiva per la sua umiltà e la capacità di ascolto degli interlocutori sullo stato delle varie Chiese di Basilicata”.
“La sua non era una teologia pensata a tavolino – ha aggiunto il presule – ma un pensiero maturato nell’incontro personale con Cristo, vissuto come suo contemporaneo che non smette di parlare alla Chiesa e al mondo”; per questo lo ha definito “un custode della tradizione vera della Chiesa che cammina al passo con la storia”. Mons. Ligorio ha indicato l’eredità che lascia nella riscoperta della “ragionevolezza della fede, capace quindi di rendere ragione del Dio in cui crede” evitando fughe in un vago sentimentalismo.
“Anche la Chiesa diocesana – ha concluso l’arcivescovo – ha bisogno di persone di fede che credano in un Dio credibile”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia