“Tre doni preziosi” sono quelli ricevuti dai Magi che “riguardano anche noi”. Il primo – ha detto il Papa prima della recita dell’Angelus nella Solennità dell’Epifania del Signore – è il “dono della chiamata”: “I Magi non l’hanno avvertita per aver letto la Scrittura o aver avuto una visione di angeli, ma mentre studiavano gli astri. Questo ci dice una cosa importante: Dio ci chiama attraverso le nostre aspirazioni e i nostri desideri più grandi. I Magi si sono lasciati stupire e scomodare dalla novità della stella e si sono messi in cammino verso quello che non conoscevano. Colti e sapienti, sono stati affascinati più da ciò che non sapevano che da ciò che sapevano. Si sono sentiti chiamati ad andare oltre”. Il secondo dono è il discernimento: “Visto che cercano un re, vanno a Gerusalemme a parlare con il re Erode, il quale però è un uomo assetato di potere e li vuole usare per eliminare il Messia bambino. Ma i Magi non si lasciano ingannare da Erode. Sanno distinguere tra la meta del percorso e le tentazioni che trovano sul cammino”. “Quant’è importante saper distinguere la meta della vita dalle tentazioni del cammino!”, ha esclamato Francesco: “Saper rinunciare a ciò che seduce, ma porta su una brutta strada, per capire e scegliere le vie di Dio! È un grande dono il discernimento, e non bisogna mai stancarsi di domandarlo nella preghiera. Chiediamo questa grazia!”. Infine, il terzo dono è la sorpresa: “Dopo un lungo viaggio questi uomini di alto livello sociale che cosa trovano? Un bambino con la mamma: una scena certo tenera, ma non stupefacente! Non vedono gli angeli come i pastori, ma incontrano Dio nella povertà. Forse si aspettavano un Messia potente e prodigioso, e trovano un bimbo. Eppure non pensano di essersi sbagliati, sanno riconoscerlo. Accolgono la sorpresa di Dio e vivono con stupore l’incontro con Lui, adorandolo: nella piccolezza riconoscono il volto di Dio. Umanamente siamo tutti portati a ricercare la grandezza, ma è un dono saperla trovare davvero: saper trovare la grandezza nella piccolezza che Dio tanto ama. Perché il Signore s’incontra così: nell’umiltà, nel silenzio, nell’adorazione, nei piccoli e nei poveri”.