“La fede nella quale ci ha confermato, la trasparenza che ha voluto per la Chiesa, l’amore alla Sposa di Cristo”. Questi, secondo mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, i principali aspetti del ministero pontificio di Benedetto XVI.
Nell’omelia della celebrazione eucaristica in suffragio del Papa emerito, presieduta ieri sera in cattedrale, il presule ha ricordato che Joseph Ratzinger “ha cercato di avvicinare sempre più la teologia e l’annuncio evangelico al mondo contemporaneo, ci ha insegnato che la fede non restringe, bensì amplia gli orizzonti della ragione” e “una fede che cerca l’intelligenza” svela anche che “l’intelletto cerca la fede” per “comprendere la grandezza del mistero di Cristo e del mistero dell’uomo”. “Ci ha insegnato – ha proseguito – che il cuore dell’etica cristiana è la carità, e che nella fede in Cristo il dissidio tra eros e agape trova una risposta”.
Papa Benedetto XVI, ha osservato ancora il presule, “ha tenuto molto alla trasparenza e alla credibilità della Chiesa, in un tempo in cui sono emersi scandali per la pedofilia messa in atto da preti e religiosi, scandali economici e persino questioni legate alla riservatezza di chi ricopriva compiti delicati”. “Questi fatti non sono stati occultati dietro le spesse mura vaticane, ma sono stati da Papa Benedetto denunciati, sono divenuti oggetto della sua cura di pastore attento a non far entrare lupi nel recinto delle pecore”. Il Papa emerito “ci ha insegnato la trasparenza, l’esigenza di credibilità, il coraggio di denunciare che non può essere disgiunto da quello dell’annunciare il Vangelo” avviando “un processo di riforma che è ancora in atto”. “Papa Benedetto ci ha insegnato ad amare la Chiesa in tutte le tappe della sua vita, nel mistero di teologo, di vescovo, di successore di Pietro”. “La più bella testimonianza che possiamo portare di questo Papa”, ha concluso mons. Renna, è l’averci consegnato una “semplice verità, che per noi oggi diventa impegno di vita: la Chiesa, la nostra Chiesa, si risveglia nelle anime”.