Un articolo “visionario” pubblicato nel 2020 sulla rivista scientifica internazionale Medicina da un gruppo di urgentisti del Pronto soccorso di Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs (primo nome Veronica Ojetti, all’epoca responsabile Uos di Procedure in Emergenza-Urgenza presso il Gemelli) ha ricevuto il premio “Medicina 2022 Best Paper”, rilasciato dal team editoriale della rivista Medicina, presieduto dal direttore Edgaras Stankevičius. “Essendoci accorti di una notevole riduzione degli accessi in pronto soccorso, nel periodo iniziale della pandemia – spiega Ojetti, attualmente direttore Uoc di Medicina interna presso l’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma e docente di Medicina d’emergenza urgenza presso l’Università Cattolica,- siamo andati ad esaminare la tipologia degli accessi presso il Pronto soccorso” del Gemelli “dal 21 febbraio 2020 (giorno del primo caso italiano di Covid-19, Mattia Maestri, il paziente 1 di Codogno) fino al 31 marzo dello stesso anno, quindi i primi 40 giorni di Covid-19 in Italia”. Analizzando tutti gli accessi e confrontando questo periodo con lo stesso periodo del 2018 e del 2019 si è registrata una drastica riduzione degli accessi (circa il 40%), limitati solo a codici rossi e gialli, quindi legati solo ad “una grave necessità; gli altri si erano probabilmente rivolti ai medici di famiglia e ai servizi territoriali, come dovrebbe accadere sempre in un sistema virtuoso”. “Purtroppo – prosegue Ojetti – abbiamo riscontrato anche una netta riduzione degli accessi per dolore cardio-toracico (-46%), segno che le persone con dolore al petto, che potrebbe essere sintomo di infarto o di angina, non facevano più riferimento al Ps, decidendo di restare a casa. La cosiddetta scomparsa degli infarti nel periodo peggiore della pandemia è stata in seguito confermata da tanti altri studi, che hanno anche evidenziato come le morti ‘casalinghe’ per sindrome coronarica acuta siano triplicate, mentre le procedure di angioplastica primaria si sono ridotte del 40% in questo primo periodo.
Di qui alcuni insegnamenti. “Su tutto, la necessità di rafforzare i servizi territoriali” per ridurre al minimo l’accesso al Ps per quanto riguarda i cosiddetti codici minori e quindi le urgenze differibili, quelle minori e le non urgenze”. Al contrario, “la popolazione deve essere sensibilizzata al fatto che i sintomi relativi a possibili patologie ‘tempo-dipendenti’ (come infarto e ictus) devono assolutamente essere valutate con tempestività in pronto soccorso. E questo anche in presenza di un’emergenza nazionale”. “I risultati di questo studio – commenta Francesco Franceschi, direttore Uoc Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso del Gemelli, professore ordinario di Medicina interna in Cattolica e senior author dello studio – dimostrano ancora una volta il fortissimo impatto che ha avuto il Covid-19 sulla popolazione generale, determinando non solo un elevato numero di contagi e di ricoveri, ma anche una riduzione del ricorso al sistema dell’emergenza-urgenza per tutte le altre patologie potenzialmente fatali”.