Perù: un morto a Lima nelle proteste. Caritas, “nella guerra tutti perdono, nel dialogo tutti possono vincere”

Le proteste in Perù contro il Governo della presidente Dina Boluarte e per chiedere la liberazione dell’ex presidente Pedro Castillo sono proseguite nel fine settimana sia a Lima (dove si è registrata una vittima) sia in molte altre zone del Paese. Il bilancio provvisorio degli scontri di queste settimane, secondo la stampa peruviana, è di 65 morti, ma ancor non si intravvedono soluzioni e ipotesi di dialogo. Il Congresso tornerà oggi a riconsiderare, anche su invito del Governo, l’ipotesi di anticipare le elezioni presidenziali e parlamentari, tenendole entro l’anno.
La Caritas del Perù, presieduta da mons. Reinaldo Nann, vescovo della prelatura di Caravelí, ha diffuso una nota in cui lancia un appello: “In questo momento di violenta polarizzazione nel Paese, Caritas Perù aderisce agli appelli alla pace e al dialogo di Papa Francesco, della Conferenza episcopale peruviana e di molte entità religiose e civili”. La Caritas “invita a pregare e a mostrare compassione per i nostri fratelli e sorelle che stanno marciando nelle strade. Dobbiamo capire l’altro per cercare vie di soluzione e riconciliazione”.
Prosegue l’appello: “È tempo di terminare questa guerra tra noi. Nella guerra tutti perdono, mentre nel dialogo tutti possono vincere. Comprendiamo le ragioni di migliaia di compatrioti che hanno bloccato le vie di comunicazione nelle province per chiedere riconoscimento, giustizia e inclusione. Esprimiamo la nostra compassione per le tante morti e dolori che hanno sofferto. Comprendiamo anche l’impazienza per ottenere cambiamenti politici e sociali. Al tempo stesso, condanniamo sempre la violenza, con la quale stanno avendo alcuni di loro”. Contemporaneamente, la Caritas afferma di “comprendere che la Polizia nazionale, nel momento in cui è stata attaccata con lanci di pietre, anche solo per paura abbia esagerato con l’uso della forza”. La Chiesa, e dunque anche la Caritas, “è come una madre che ama tutti i suoi figli”. Da qui il reiterato appello al dialogo e allo Stato perché “metta ordine in tanto disordine, ma rispettando il diritto alla vita e all’integrità delle persone che protestano”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori