Insegnamento religione cattolica: mons. Schillaci (Cesi) alle famiglie, “fate questa scelta con il cuore, dite sì a risorse nuove e belle capacità, alla completezza della formazione”

Un appello ai ragazzi e genitori a dire “sì” all’insegnamento della religione cattolica. A lanciarlo è mons. Giuseppe Schillaci, vescovo di Nicosia e delegato per l’Educazione cattolica e la Scuola della Conferenza episcopale siciliana. Le parole del presule sono contenute in un video messaggio online sui canali web e social delle Chiese di Sicilia e arrivano in quelle stesse ore in cui ragazzi e genitori sono impegnati nelle attività di orientamento scolastico e sono chiamati ad effettuare delle scelte. A loro un invito: “Scegliete l’insegnamento della religione cattolica – dice il vescovo –, dite ‘sì’. Fate questa scelta con il cuore. Dire sì all’insegnamento della religione cattolica – aggiunge mons. Schillaci – significa dire sì a risorse nuove e belle capacità, alla completezza della formazione”. E ancora: “Scegliete l’insegnamento della religione cattolica a scuola e fatelo con gioia; sceglietelo per arricchire sempre di più la vostra umanità, rendere più belle le vostre scelte, quelle di oggi e quelle che determineranno il corso della vostra esistenza. Sceglietelo con entusiasmo e con grande senso di bellezza, di umanità e semplicità. Sceglietelo perché farlo vi farà crescere”
Nel video anche i dati relativi a quanti, in Sicilia, lo scorso anno hanno scelto di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica: a presentare le percentuali è Barbara Condorelli, responsabile del Servizio regionale Irc. “Abbiamo registrato il 96% degli avvalentesi” dice, e offre un “dato significativo”: “Il 45% degli studenti stranieri, di quanti provengono da altre esperienze culturali, religiose o filosofiche, frequentando la scuola in Sicilia hanno scelto l’insegnamento della religione cattolica”. Per Condorelli, il dato è legato al fatto che “l’insegnamento della religione cattolica è una disciplina che fa la differenza, che accompagna non solo la formazione dell’alunno, ma permette ai ragazzi, tutti, anche nativi dell’era digitale, di avere un luogo e un tempo per cercare risposte a domande che di fatto oggi i giovani si pongono”.

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