Guatemala: vescovi, “provvedimenti su migranti ci costringerebbero a chiudere centri di accoglienza, corruzione aumenta”. Mons. Valenzuela nuovo presidente

(Foto: Conferenza episcopale del Guatemala)

I vescovi del Guatemala hanno tenuto la loro assemblea plenaria annuale dal 23 al 27 gennaio, con diversi temi “urgenti” all’ordine del giorno, rispetto ai quali di sono espressi nel proprio messaggio finale, pervenuto al Sir: tra questi, l’emergenza migranti, la crescente violenza, la perdurante corruzione, le prossime elezioni generali e il post-pandemia.
Hanno anche rinnovato la propria presidenza per il periodo 2023-2026: mons. Rodolfo Valenzuela, vescovo di La Verapaz, è il nuovo presidente; mons. Bernabé de Jesús Sagastume, vescovo di San Marcos, il vicepresidente; mons. Antonio Calderón, vescovo di Jutiapa, assume la carica di segretario generale.
Per quanto riguarda il tema dei migranti, i vescovi manifestano il proprio disaccordo con le misure migratorie adottate dallo Stato guatemalteco, stabilite nell’articolo 101 dell’Accordo dell’Autorità migratoria nazionale, sui requisiti del processo di registrazione per i centri di accoglienza. A questo proposito, sottolineano che “i nostri centri di accoglienza per migranti devono essere mantenuti come un servizio caritatevole gratuito e rispettoso, la rigida applicazione delle norme lo impedirebbe e ci costringerebbe a chiuderli”.
Per quanto riguarda la realtà attuale del Paese, hanno affermato: “Ci stiamo interrogando sul periodo post-pandemia, che ha avuto conseguenze in termini economici, fisici e di salute mentale”, perché “questa esperienza ci chiede di non dimenticare le disuguaglianze e le ingiustizie che ha rivelato”.
Hanno inoltre deplorato il degrado sociale e la violenza contro le donne, nonché i conflitti territoriali a Nahualá-Ixtahuacán e Tajumulco-Ixchigán, aggiungendo: “Chiediamo la pace e la riconciliazione tra gli abitanti e facciamo appello alle autorità responsabili di esercitare il loro mandato costituzionale per favorire una soluzione al problema”.
Per quanto riguarda il deterioramento della democrazia e dell’applicazione della giustizia, il messaggio denuncia che “la corruzione sta diventando sempre più evidente” e con l’inizio del periodo elettorale questa situazione “provoca scetticismo e sfiducia nel Paese”. Ciò nonostante, secondo i vescovi, in mezzo a queste complesse circostanze è ancora possibile promuovere un processo elettorale “onesto e trasparente”, in modo che “sia gli elettori che i candidati cerchino il bene comune”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori