Metaverso: p. Cucci, “nuova frontiera della rete ma occorrono regole e limiti per non esserne ‘colonizzati'”

Da tempo, i termini “metaverso”, “algoritmi” e “blockchain” ritornano nei contesti più diversi ricorrendo sempre più frequentemente in articoli, link, video, blog. Il metaverso, in particolare, è stato negli ultimi anni oggetto di enormi somme investite dalle maggiori aziende. A parlarne è padre Giovanni Cucci nel quaderno n. 4141 de La Civiltà Cattolica, primo numero del 2023, in uscita sabato 7 gennaio ed eccezionalmente anticipato oggi al Sir.
“Metaverso”, spiega Cucci, è l’unione di due termini: meta (che in greco, come in inglese e in italiano, significa oltre) e verso, che è la contrazione di universo. Si tratta di “un vero e proprio mondo, che ciascuno potrà creare secondo i propri gusti, e nello stesso tempo aperto a tutti coloro che, di comune accordo, vorranno farne parte  – spiega il gesuita -.  Qualcosa ancora più ipotizzato che reale, ma su cui le grandi aziende stanno investendo somme enormi per mettere a punto la tecnologia che lo renderebbe possibile: 70 miliardi di dollari (Microsoft); 10 miliardi (Facebook-Meta); 1,6 miliardi (Unity Software); 39,5 milioni (Google)”. Obiettivo “realizzare guadagni che ammontino ad almeno 10 volte tanto nell’arco dei prossimi 3-4 anni”. “Applicazioni sempre più sofisticate consentiranno di svolgere ogni attività e operazione della vita: le riunioni di lavoro si terranno in sale virtuali, perfettamente riprodotte, con la presenza non solo di colleghi di tutto il mondo, ma anche con avatar che garantiranno un rendimento ottimale”, spiega Cucci. Le nuove opportunità “riguarderanno anche la salute. Già sono disponibili applicazioni che hanno lo scopo di monitorare e motivare attività legate al benessere”. In questo scenario inedito c’è, come sempre, anzitutto un tornaconto economico: “Uno degli aspetti più importanti del Web3 è proprio il blockchain, le transazioni economiche. Nel metaverso le operazioni non sono tracciabili, non fanno riferimento a banche o siti istituzionali, permettendo a chiunque di compiere operazioni economiche senza costi, intermediari o tassazioni, garantendo il totale anonimato”.
La sua piena realizzabilità è tuttavia legata ad alcuni parametri che non possono essere ignorati. “Uno di essi è l’energia. L’implementazione degli ambienti virtuali comporta un altissimo dispendio energetico”, annota Cucci. L’altro punto incerto è proprio il mondo delle blockchain. Pur trattandosi di un aspetto essenziale del metaverso, “la sua realizzabilità sarà molto ardua, non solo per i costi energetici, ma soprattutto per la sua strutturale incontrollabilità. Proprio la mancanza di enti deputati al controllo rischia di portare a crisi facili da innescare, ma molto difficili da gestire”.  Dal punto divista delle relazioni umane, infine, per non essere “colonizzati” dal metaverso, secondo il gesuita occorre “introdurre precise regole che ne stabiliscano il controllo, l’affidabilità e i limiti”. E qui, conclude, “entrano in gioco le istituzioni pubbliche”.

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