“Benedetto XVI è il primo Papa che si confronta con l’irrompere sulla scena dei social network che rimodellano profondamente il contesto comunicativo globale proprio negli anni del suo Pontificato”. A sottolinearlo è Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale dei media vaticani, sull’ultimo numero de “L’Osservatore Romano”, in cui ripercorre i tratti della figura di Joseph Ratzinger comunicatore, dalle omelie ai best sellers internazionali fino alla Rete. “Ben cinque dei suoi otto messaggi per le Giornate delle comunicazioni sociali sono dedicati a questo inedito areopago digitale”, ricorda Gisotti: “Insieme costituiscono una sorta di compendio del magistero della Chiesa su tale nuova realtà che ha cambiato non solo il nostro modo di comunicare ma anche quello di relazionarci con gli altri”. Per l’autore dell’articolo, “Benedetto XVI coglie immediatamente il senso della rivoluzione dei social, che non sono tanto un mezzo da utilizzare quanto un ambiente da abitare”: “Conia dunque per le reti sociali la definizione ‘continente digitale. Un continente, al pari di quelli geografici, che richiede l’impegno dei fedeli — in particolare dei laici, in linea con Inter mirifica — per evangelizzare questo nuovo territorio di missione. Il Papa comprende anche che va superata la distinzione tra virtuale e reale giacché quanto viene condiviso, e commentato, sulle nuove piattaforme ha conseguenze concrete sulla vita vissuta delle persone”. Benedetto XVI, prosegue Gisotti, “incoraggia i cristiani ad essere testimoni digitali più che influencer, a trasformare le reti sociali in ‘porte di verità e di fede’. E non si limita a farlo con le parole. Il 12 dicembre del 2012 per la prima volta un Papa pubblica un tweet attraverso l’account @Pontifex aperto pochi giorni prima. Si tratta di un gesto che viene paragonato da alcuni all’istituzione della Radio Vaticana da parte di Pio XI”. “Non tutti approvano, temendo un’esposizione del Papa a critiche e offese, ma Benedetto XVI è convinto di una scelta che va nella direzione della nuova evangelizzazione”, sottolinea Gisotti: “Ancora una volta un Papa sa cogliere le potenzialità delle innovazioni tecnologiche per raggiungere persone che, altrimenti, rimarrebbero escluse dall’annuncio evangelico. Poche settimane dopo l’apertura dell’account, Benedetto XVI rinuncia al ministero petrino, ma @Pontifex viene ‘riattivato’ da Francesco che oggi, attraverso i suoi tweet in 9 lingue, raggiunge ogni giorno oltre 50 milioni di follower”. “Se dunque nei quasi 8 anni di pontificato, Benedetto XVI ha comunicato utilizzando i linguaggi più differenti con creatività e coraggio, nei quasi 10 anni da Papa emerito la sua comunicazione ha assunto una forma diversa, invisibile ma non per questo meno efficace: la forma del silenzio e della preghiera”, la conclusione dell’articolo.