“A chi vuole criminalizzare l’omosessualità vorrei dire che si sbaglia”. A ribadirlo è il Papa, rispondendo a una lettera di padre James Martin, il gesuita statunitense che svolge il suo apostolato tra le persone Lgbt, per chiarire il senso delle sue parole in una recente intervista all’Associated Press.“Mi sono riferito semplicemente all’insegnamento della morale cattolica, che dice che ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio è peccato”, puntualizza Francesco nella risposta autografa, in spagnolo, pubblicata sul sito di padre Martin. In merito al peccato – che secondo il Catechismo della Chiesa cattolica è da riferirsi agli “atti omosessuali” e non alla condizione omosessuale in sé – il Papa fa notare che “bisogna considerare anche le circostanze, che diminuiscono o annullano la colpa”, perché “sappiamo bene che la morale cattolica, oltre alla materia, valuta la libertà, l’intenzione; e questo, per ogni tipo di peccato”. “A chi vuole criminalizzare l’omosessualità vorrei dire che si sbaglia”, ribadisce Francesco, che nell’intervista citata aveva affermato che “essere omosessuali non è un crimine”, mentre ci sono oltre 50 Paesi che contemplano condanne legali per le persone omosessuali e alcuni di questi Paesi hanno addirittura la pena di morte.