“Dare un nome e un volto alle potenze oscure, ai criminali che hanno scatenato la guerra e causato la morte di milioni di persone, significa smitizzare la cupa e sanguinosa stagione del nazifascismo e riportare l’accaduto sul terreno concreto delle colpevoli attitudini degli uomini e delle terribili potenzialità insite nel loro animo”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria svoltasi al Quirinale.
“La parte maggiore della responsabilità delle leggi e della politica razzista, in Germania e in Italia va attribuita ai capi dei due regimi, Hitler e Mussolini”, ha ricordato il Capo dello Stato, osservando però che “il terribile meccanismo di distruzione non si sarebbe messo in moto se non avesse goduto di un consenso, a volte tacito ma comunque diffuso, nella popolazione. Un consenso con gradi e motivazioni diversi: l’adesione incondizionata, la paura, ma anche, e spesso, il conformismo e quell’orribile apatia morale costituita dall’indifferenza”. “Poche e isolate – ha rilevato – furono le voci e le figure illuminate che, in Germania e in Italia, parlarono per condannare il razzismo e la sua letale deriva”.
Per Mattarella, “il valore della Memoria non si esprime soltanto nel ricordo, doveroso e partecipe, delle vittime e delle disumane sofferenze loro inflitte. Ma è espresso nell’impegno che – alla fine della Seconda Guerra mondiale – gli uomini liberi e gli Stati democratici presero, sulle ceneri di Auschwitz, per dire mai più”. “Un impegno che oggi – ha ammonito – ci unisce e ci interpella. Mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra. Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più a una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all’intolleranza, al fanatismo”.