“La comunicazione non deve fomentare il livore, non deve generare la rabbia e portare al conflitto: da ciò la necessità del comunicare ‘cordialmente’ la verità senza aggressività verbale”. Lo ha sottolineato la sera di martedì 24 gennaio l’arcivescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Giacomo Morandi, nell’omelia della messa celebrata nella cripta della cattedrale di Reggio Emilia in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “Occorre avere sempre lo sguardo di chi non giudica i fratelli. Le situazioni di difficoltà fanno più scalpore rispetto al bene”, ha osservato mons. Morandi. E al riguardo ha citato un passo del romanzo “I fratelli Karamazov”, in cui l’autore evidenzia che la gente ama la caduta e il disonore di una persona che era molto stimata. E nel “Piccolo principe” si legge: non si vede bene che con il cuore. “Quando si legge e si comunica la realtà occorre avere un sguardo capace di tenere presente che ci si trova di fronte a persone, mentre tante volte prevale la tentazione di essere inesorabili e implacabili. Il cardinale Newman affermava che ‘basta amare bene per dire bene'”.
L’arcivescovo Morandi ha sottolineato che “è l’amore a creare le condizioni per dire bene delle sorelle e dei fratelli; compito del giornalisti è di cogliere con coraggio il tanto bene che esiste”. “È necessario creare una situazione favorevole al dialogo, quindi bisogna disarmare gli animi favorendo una cultura di pace”. Nella sua omelia mons. Morandi ha richiamato il messaggio di Papa Francesco “Parlare col cuore. Secondo verità nella carità” per la prossima cinquantasettesima giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in cui sottolinea la necessità della comunicazione da cuore a cuore. Al termine della celebrazione, il presidente dell’associazione provinciale Stampa Reggiana ha ringraziato l’arcivescovo per aver voluto incontrare i giornalisti nella festa del loro patrono e ha auspicato una “fattiva collaborazione” tra gli operatori della comunicazione e il Pastore della diocesi.