Processo in Vaticano: card. Becciu, “respingo le accuse contro di me e il Papa”

“Pur con il massimo rispetto per chi ha svolto le indagini, non potrò non respingere con la massima fermezza alcune affermazioni contenute nell’Informativa della GdF di Oristano e che suonano come accuse non solo contro di me, ma anche contro il Papa e i suoi Collaboratori, quali sono i Capi Dicastero”. È quanto afferma il card. Angelo Becciu, in una dichiarazione spontanea resa durante la 45ma udienza del processo in corso in Vaticano per gli investimenti della Segreteria di Stato a Londra. “Dico subito che mi difenderò, ma per difendermi non parlerò male del confratello defunto”, ha esordito il cardinale, secondo quanto riferito dal “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani. Il riferimento è alla nota riservata dell’allora vescovo di Ozieri, mons. Sergio Pintor, ora deceduto. A parlarne in aula è stato il colonnello della Guardia di Finanza di Oristano, Pasquale Pellecchia. “A ben vedere, non si tratta di semplici carte qualsiasi, ma di riflessioni personali del presule su fatti attinenti al suo governo episcopale in Ozieri e nei quali, tra le altre, vengono coinvolte alte personalità ecclesiastiche della Curia Romana”, ha precisato Becciu, che ha espresso “incredulità e sofferenza” di fronte all’esibizione di dette carte, che – come da norme canoniche – “dovevano rimanere” nell’Archivio segreto diocesano, “o perlomeno, alla sua morte, dovevano essere spedite alla curia della diocesi di Ozieri”. “Mi spiace far notare che la nipote del vescovo che ha consegnato questi documenti alla guardia di finanza è venuta meno al proprio dovere di cristiana”, ha denunciato il porporato: “Quelle carte non erano di sua proprietà, ma della Chiesa e ha fatto ingiuria allo zio perché qui si rischia oltretutto di danneggiarne la memoria con la sfilata dei testimoni che non si esimeranno dal narrare, ahimè, ove necessario, anche fatti spiacevoli avvenuti durante il suo governo”. Becciu, in particolare, a proposito delle ricostruzioni del teste sulle dimissioni di mons. Pintor ha affermato: “Sono altamente lusingato nell’apprendere che la diocesi di Ozieri abbia attirato l’attenzione di tali personalità ecclesiastiche come se fosse una delle diocesi più importanti d’Italia, ma ho paura che siamo lontani dalla realtà definire “inusuale” l’accettazione immediata delle dimissioni di un vescovo al compimento dell’età canonica, significa non conoscere la prassi della Chiesa”. Il cardinale ha poi ricordato che “chi decide sulla vita di un vescovo è il Papa: è lui che nomina, e lui che trasferisce ed è lui che decide in merito alle dimissioni dopo aver valutato tutte le circostanze; è solo il Papa e nessun altro! Dire che per le dimissioni di Mons. Pintor vi sia stato un confluire di forze manipolatrici nei confronti del Santo Padre è affermazione grave. A parte che non viene prodotto uno straccio di prova, ma soprattutto perché questa illazione reca un’offesa inaudita al Papa che sarebbe fatto vittima di giochi di potere messi in atto dalle richiamate persone. Il Papa ha avuto le sue ragioni, avrà valutato tutte le circostanze, per accogliere le dimissioni di Mons. Pintor e non sta a noi metterle in discussione con queste illazioni. Nella Chiesa le decisioni del Papa non si discutono, si rispettano, si accettano e basta!”. “Se Mons. Pintor si è lasciato andare a considerazioni negative è da capire umanamente per il momento di sconforto e delusione che avrà vissuto, ma non è accettabile che altri le utilizzino per accreditare tesi mai eccentriche”, la tesi di Becciu: “Devo confessare che come uomo di Chiesa soffro e mi meraviglio che istituzioni esterne alla Chiesa mettano in dubbio l’operato del Papa e dei suoi Dicasteri”. Contestando inoltre la “presunta influenza della cosiddetta ‘famiglia Becciu’ nel governo della diocesi”, Becciu ha respinto “con sdegno un’asserzione del genere che rievoca connotati di famiglia che a noi sardi sono del tutto alieni”.

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