Neonato morto in ospedale: Focarile (Fatebenefratelli Erba), “favorire rooming-in ma con attento monitoraggio di infermiere e ostetriche”

La morte per soffocamento di un neonato all’ospedale Pertini di Roma ripropone il tema del collasso post natale (Sudden unespected postnatal collapse – Supc) e, “come ribadisce anche il presidente della Società italiana di neonatologia Luigi Orfeo, questo evento inaspettato e improvviso ha una frequenza di circa uno ogni diecimila nati, quindi davvero molto rara”, precisa Fabio Focarile, primario di Pediatria e Neonatologia all’Ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba.

Foto Ospedale Fatebenefratelli

“Questo evento si può verificare in qualsiasi momento, più frequentemente nelle prime ore di vita. Noi a Erba seguiamo linee guida Società italiana di neonatologia ed abbiamo una procedura per il monitoraggio delle madri, inquadrando il rischio per il bed sharing in intrinseco (neonato) od estrinseco (condizioni della madre). In funzione di questo il personale infermieristico stabilisce la tempistica dei controlli e le indicazioni da dare alla madre”. Inoltre, prosegue il primario, “adottiamo buone prassi per la gestione in sicurezza dell’eventuale bed sharing, in accordo con le indicazioni della American Breast Feeding Medicine a cui fa riferimento il programma Ospedale Amico dei Bambini per il quale ci siamo a suo tempo accreditati. Il rapporto personale infermieristico/neonati attualmente va da 1 a 3 ad un massimo di 1 a 5 coppie mamma-neonato. Oltre ai monitoraggi effettuati dal personale infermieristico si aggiungono le visite in camera da parte delle ostetriche. Nel caso che si evidenzino necessità di controllo più stretto o nel caso di madri affaticate il neonato viene portato presso il nido dove oltre al controllo diretto del personale infermieristico è possibile usufruire di attrezzature all’avanguardia per il monitoraggio del neonato”. Come ribadito dalle Società scientifiche nazionali ed internazionali, conclude Focarile, “è importante favorire il rooming in per promuovere il legame genitori bambino fin dai primi giorni di vita e per facilitare l’allattamento al seno che è altamente protettivo per numerose patologie tra cui anche la bronchiolite”.

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