“La guerra in Kivu è una guerra europea e l’Europa è la prima responsabile”: precisa di parlare “da testimone” padre Giovanni Piumatti, missionario fidei donum della diocesi di Pinerolo che ha vissuto 50 anni in due villaggi del Nord Kivu nella Repubblica democratica del Congo, insieme ad una piccola comunità di italiani. Padre Piumatti, tornato in Italia un anno e mezzo fa, è intervenuto oggi a Roma durante la conferenza stampa organizzata da 107 organizzazioni della società civile italiana in vista della visita apostolica di Papa Francesco nella R. D. Congo e in Sud Sudan dal 31 gennaio al 5 febbraio. Durante l’incontro sono state sottolineate anche le responsabilità dell’Occidente nell’alimentare il conflitto per sfruttare le risorse nell’Est del Paese. “Abbiamo vissuto per 20 anni con i gruppi armati ribelli che occupavano i due villaggi, nelle loro fila ci sono moltissimi ragazzi anche minorenni – ha raccontato –. Oggi centinaia e migliaia di ragazzi vorrebbero uscire da questi gruppi ma non c’è nessuna struttura di accoglienza che possa accoglierli. Sono fuggiti dai loro villaggi per qualche piccola malefatta e tornarci è difficile”. Il missionario ha quindi lanciato un appello a Ong e missionari – “penso anche ai salesiani che per carisma lavorano con i giovani” – perché “prendano con sé 30/40 ragazzi. Sarebbe un primo segnale per la pace e toglierebbe la manovalanza ai gruppi armati”. Altrimenti, ha sottolineato, “per tanta gioventù non c’è futuro: tanti anni di guerra hanno distrutto la società. La scorsa settimana in un piccolo villaggio prima pacifico sono stati bruciate vive quattro persone per qualche furtarello. La gente assiste come se niente fosse alle esecuzioni di piazza. Questo è il frutto della guerra”.