“Dio è un maestro delle sorprese, sempre ci sorprende, sempre ci aspetta”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata allo zelo apostolico. “Il Vangelo si accompagna ad un senso di meraviglia e di novità che ha un nome: Gesù”, ha proseguito Francesco: “Lui ci aiuti ad annunciarlo come desidera, comunicando gioia, liberazione, luce, guarigione e stupore. Così si comunica Gesù”. Nella Bibbia, ha ricordato il Papa si parla di un anno in cui si era liberati dal peso dei debiti: il Giubileo, l’anno di grazia: “Non era un giubileo programmato, come quello che stiamo facendo adesso, che è tutto programmato – ha sottolineato Francesco – ma con Cristo la grazia che fa nuova la vita arriva e stupisce sempre”. “Cristo è il Giubileo di ogni giorno, di ogni ora, che ti avvicina per accarezzarti, per perdonarti”, ha assicurato il Papa a braccio: “E l’annuncio di Gesù deve portare sempre lo stupore della grazia. ‘Sono stato perdonato’. È così grande il nostro Dio, perché non siamo noi a fare grandi cose, ma è la grazia del Signore che, anche attraverso di noi, compie cose imprevedibili. E queste sono le sorprese di Dio”. “Questo lieto annuncio, dice il Vangelo, è rivolto ai poveri”, ha concluso Francesco: “Spesso ci dimentichiamo di loro, eppure sono i destinatari esplicitamente menzionati da Gesù, perché sono i prediletti di Dio. Ricordiamoci di loro e ricordiamoci che, per accogliere il Signore, ciascuno di noi deve farsi povero dentro, non autosufficiente: ‘Signore, ho bisogno di perdono, di aiuto, di forza’, questa povertà che tutti no abbiamo. Farsi povero da dentro. Deve vincere, cioè, ogni pretesa di autosufficienza per comprendersi bisognoso di grazia, sempre bisognoso di lui. Se qualcuno mi dice padre qual è la via più breve per incontrare Gesù: ‘Fatti bisognoso di grazia, di perdono, di gioia, e lui si avvicinerà a te’”.