“La vita dipende dall’amore, dall’amore del Padre, che si prende cura di noi, suoi figli amati”. A ricordarlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata allo zelo apostolico. “Che bello condividere con gli altri questa luce!”, ha esclamato Francesco, che poi ha chiesto a braccio ai presenti: “Avete pensato voi che la vita di ognuno di noi, la tua vita, la nostra vita, è un gesto di amore, è un invito all’amore? Questo è meraviglioso. Tante volte dimentichiamo questo davanti alle difficoltà, alle brutte notizie, anche davanti alla mondanità, al modo di vivere mondano”. “Gesù dice di essere venuto a portare ai ciechi la vista”, ha sottolineato il Papa: “ Colpisce che in tutta la Bibbia, prima di Cristo, non compaia mai la guarigione di un cieco. Era infatti un segno promesso che sarebbe giunto con il Messia. Ma qui non si tratta solo della vista fisica, bensì di una luce che fa vedere la vita in modo nuovo”. “C’è un venire alla luce, una rinascita che avviene solo con Gesù”, la tesi di Francesco: “Se ci pensiamo, così è iniziata per noi la vita cristiana: con il battesimo, che anticamente era chiamato proprio illuminazione. E quale luce ci dona Gesù? Ci porta la luce della figliolanza: lui è il Figlio amato del Padre, vivente per sempre; con lui anche noi siamo figli di Dio amati per sempre, nonostante i nostri sbagli e difetti. Allora la vita non è più un cieco avanzare verso il nulla, non è questione di sorte o fortuna, non è qualcosa che dipende dal caso o dagli astri, e nemmeno dalla salute e dalle finanze”.