Papa Francesco: “dobbiamo opporci alla guerra, alla violenza, all’ingiustizia ovunque s’insinuano”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Ci sono ancora coloro che ritengono di sentirsi incoraggiati o almeno autorizzati dalla loro fede a sostenere varie forme di nazionalismo chiuso e violento, atteggiamenti xenofobi, disprezzo e persino maltrattamenti verso coloro che sono diversi”. A denunciarlo è stato il Papa, nell’omelia dei Vespri celebrati nella basilica di San Paolo fuori le Mura, a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, a cui prendono parte i rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali presenti a Roma. “La fede, con l’umanesimo che ispira, deve mantenere vivo un senso critico davanti a queste tendenze e aiutare a reagire rapidamente quando cominciano a insinuarsi”, l’invito di Francesco, che ha messo in guardia dalla “violenza sacrilega”: ”Il Signore è ‘irritato’ per la violenza commessa verso il tempio di Dio che è l’uomo, mentre viene onorato nei templi costruiti dall’uomo! Possiamo immaginare con quanta sofferenza debba assistere a guerre e azioni violente intraprese da chi si professa cristiano”. “Se vogliamo, sull’esempio dell’apostolo Paolo, che la grazia di Dio in noi non sia vana, dobbiamo opporci alla guerra, alla violenza, all’ingiustizia ovunque s’insinuano”, l’appello del Papa, che fatto notare come il tema di questa Settimana di preghiera sia stato scelto da un gruppo di fedeli del Minnesota, “consapevoli delle ingiustizie perpetrate nel passato nei riguardi delle popolazioni indigene e contro gli afroamericani ai nostri giorni”. “Di fronte alle varie forme di disprezzo e razzismo, di fronte al fraintendimento indifferente e alla violenza sacrilega – ha spiegato Francesco citando Isaia – la Parola di Dio ci ammonisce: ‘Imparate a fare il bene, cercate la giustizia’. Non basta infatti denunciare, occorre anche rinunciare al male, passare dal male al bene”.

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