“Io vi porto nel cuore e spero che Dio abbia pietà di questo popolo così coraggioso”. È quanto ha detto Papa Francesco incontrando questa mattina il Consiglio panucraino delle Chiese e le Organizzazioni religiose dell’Ucraina. Secondo quanto si legge in un comunicato diffuso dal Segretariato della Chiesa greco-cattolica ucraina a Roma, Papa Francesco ha ribadito “la sua vicinanza all’Ucraina”, ringraziando anche il Consiglio panucraino per “l’esempio di unità del lavoro” che sta svolgendo nel Paese. I membri del Consiglio, insieme ad alcuni capi delle confessioni religiose di Ucraina, sono a Roma per una visita di tre giorni, durante la quale incontreranno alti officiali vaticani e parteciperanno ai Vespri di conclusione della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, presieduti da Papa Francesco nella basilica di San Paolo Fuori le Mura. Il Consiglio ha incontrato Papa Francesco nella Auletta Paolo VI, prima dell’udienza generale. In un breve discorso a braccio, il Papa ha sottolineato che gli “interessa molto l’Ucraina”, e non solo l’Ucraina delle confessioni religiose (l’Ucraina ortodossa, l’Ucraina cristiana, l’Ucraina armena, l’Ucraina islamica), ma l’Ucraina nel suo intero mosaico di confessioni, che lui definisce “mamma ucraina”. Ha detto che l’unione delle confessioni religiose è “un esempio davanti a tanta superficialità che oggi si vede nella nostra cultura”. Il Papa – si legge ancora nella nota – ha ricordato anche padre Stepan Chmyl, un sacerdote ucraino greco-cattolico, che lui ha conosciuto in Argentina e cui serviva la Liturgia, dal quale ha imparato il rito bizantino ucraino. Nel discorso consegnato, ma non pronunciato, il Papa ha ricordato che i membri del Consiglio sono “partecipi della vita del Paese, cercando di rispondere alle sfide sociali con interventi pubblici e varie attività”. “Sono con voi – ha scritto Papa Francesco – nella vicinanza e nel sostegno alle famiglie, ai bambini, agli anziani ai malati alle persone più fragili. Sono con voi nel difendere i diritti dei fedeli di ogni comunità religiosa, specialmente di quelli che soffrono soprusi e persecuzioni. Sono con voi nell’impegno di assistere i prigionieri e le persone detenute per motivi politici”. Il Papa ha anche incoraggiato gli sforzi per “per ristabilire, da parte di tutti, i principi e le norme del diritto internazionale e dei diritti dell’uomo”, e ha aggiunto di considerare “una grazia di Dio che questi sforzi li portiate avanti insieme”.