“L’obiettivo di questo Governo è portare ‘più Italia nei Balcani’. Del resto, è quello che ci chiedono tutti gli amici della regione e che ho constatato personalmente negli incontri che ho avuto al vertice di Tirana”. Lo ha affermato questa mattina la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, nel suo videomessaggio alla conferenza nazionale “L’Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione” in svolgimento a Trieste. Un’iniziativa, ha sottolineato il premier, che “è di rilievo strategico per gli interessi nazionali italiani”. “In quanto Nazione vicina, l’Italia conosce bene l’importanza nevralgica che quest’area riveste per il futuro dell’Europa intera”, ha osservato, aggiungendo che “sappiamo per esperienza che tutto quello che accade al di là dell’Adriatico ha un riflesso immediato su di noi”.
Meloni ha proseguito ribadendo che “la guerra di aggressione della Federazione Russa all’Ucraina – siamo arrivati oggi all’undicesimo mese – ci pone davanti a scelte inevitabilmente strategiche. L’Europa ha una grande responsabilità verso i Balcani e deve impegnarsi per riaffermare il senso di appartenenza di questa regione al nostro mondo e ai nostri valori”. “È esattamente questo il messaggio che ho portato il 6 dicembre scorso al Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea e dei Balcani occidentali in Albania”, ha continuato, spiegando che “è stato importante ribadire proprio a Tirana l’impegno dell’Unione europea a sostegno della regione con misure concrete. Penso, ad esempio, al pacchetto da un miliardo di euro a supporto del settore energetico per mitigare gli effetti della crescita dei prezzi e assicurare un aiuto concreto a famiglie e imprese”. Per Meloni, “non possiamo fermarci però solo alle misure economiche. È urgente – ha ammonito – che l’Unione europea sviluppi una nuova visione nei confronti di questa regione e metta l’allargamento ai Balcani occidentali tra le sue priorità. Noi non possiamo permettere che questo quadrante strategico per il nostro Continente resti ancora a lungo fuori dalla ‘Casa comune europea’”. “Ci battiamo per un’integrazione regionale nell’ambito di un processo di adesione all’Unione europea di tutti gli Stati della regione e – ha assicurato il premier – crediamo che sostenere la stabilizzazione e la piena integrazione europea significhi lavorare per una cooperazione nella lotta alla corruzione, nel contrasto ai traffici illegali, nella gestione e nel contenimento dei flussi migratori irregolari, nella prevenzione e nel contrasto del radicalismo in ogni sua forma”.