Più di 90 sacerdoti del clero di Barquisimeto, la giurisdizione ecclesiastica venezuelana guidata da mons. Víctor Hugo Basabe come amministratore apostolico, hanno fermamente condannato le dichiarazioni del leader chavista Diosdado Cabello, “uomo forte” del regime di Maduro, contro la Chiesa venezuelana e in particolare contro lo stesso Basabe. Nell’omelia pronunciata in occasione della festa della Divina Pastora, patrona della regione venezuelana, il vescovo aveva denunciato la grave situazione economica e sociale del Paese e chiesto di porre fine alla “falsa bolla economica”.
Per questo motivo, Cabello si è scagliato contro mons. Basabe con imprecazioni e insulti, definendo la sua omelia un discorso politico di “basso spessore, malintenzionato”. Al tempo stesso, ha attaccato la Conferenza episcopale, affermando che “nessun membro dell’episcopato viene risparmiato, sono tutti esattamente uguali”, perché, a suo dire, approfittano di questi spazi per fare politica “con le meschine intenzioni di chi guida il partito della Conferenza episcopale”.
I sacerdoti di Barquisimeto, da parte loro, hanno assicurato che “la nostra condizione di pastori non ci separa né ci esime dalla nostra realtà di cittadini, consapevoli della situazione che sta vivendo la nostra gente”. Pertanto, “riconosciamo il diritto libero, democratico e costituzionale del nostro pastore, in quanto libero cittadino, di esprimere le sue opinioni sulla realtà del Paese, il cui stato è chiaramente innegabile”. Ai funzionari pubblici viene chiesto di “mettere da parte l’arroganza e avere l’umiltà di saper ascoltare, riflettere e partecipare alla ricerca di miglioramenti per tutti i cittadini”.